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Lavoro

Formazione lavoro, come viene bruciato un miliardo

Corsi finanziati dall’Europa ma senza alcuna verifica sui risultati in termini di occupazione. Fino a truffe evidenti

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Formazione lavoro, un grande business con pochi risultati. Dovrebbero essere le Regioni a verificare quanti posti di lavoro nascano concretamente dall’utilizzo dei soldi pubblici, ma nessuno lo fa. Se n’è discusso a lungo a proposito di Garanzia Giovani e lo aveva denunciato un lungo studio della voce.info: secondo gli economisti, 7 miliardi e mezzo di euro erano stati bruciati in 500 mila progetti senza scopo. Lo stesso rischia di accadere con il Fondo sociale europeo 2014-2020, denuncia Repubblica: tra gli indicatori di risultato, ci si limita a osservare la partecipazione e la dotazione tecnologica dei frequentanti, ma mai il reale impatto sull’occupazione.

Insomma, se le aule sono piene di studenti e di tablet, i corsi sono un successo. Per ottenere il finanziamento pubblico, in teoria, servono due fondamentali condizioni: aver dato prova in passato di aumentare i posti di lavoro con corsi simili, o quanto meno quella di conoscere ciò che serve alle imprese locali. Solo la provincia autonoma di Trento tentò un esperimento del genere con un istituto di valutazione, l’Irvapp, per verificare l’efficacia di 64 corsi di formazione di lunga durata. Qualcosa in più si è fatto a Bolzano, progettando i corsi insieme e alle aziende. E qualche buon segnala arriva anche da Lombardia, Veneto e Friuli.

Per il resto, si calcola uno spreco enorme diviso in 40 mila corsi, 9 milioni di ore di lezione, 670 mila studenti in centinaia di enti formativi, con pochissimi occupati: un miliardo di euro tra fondi europei e Fondi interprofessionali finisce così bruciato in un circolo chiuso e sterile. Con proposte ai limiti dell’assurdo, dagli animatori teatrali agli assistenti di studi legali agli operatori sociali telefonici. Con l’ultimo capitolo che, come nella migliore tradizione italiana, è quello delle truffe: come quelle realizzate in Sicilia con almeno 200 milioni di fatture fittizie e servizi mai forniti, sui 4 miliardi di corsi di formazione messi in campo dalla Regione negli ultimi dieci anni.