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Lavoro

Festa 1 maggio, “difendiamo il lavoro, non il posto”

In occasione della festa di tutti i lavoratori l’associazione Manageritalia spiega quanto si debba cambiare ancora per migliorare la professionalità degli italiani e in azienda, e lancia un appuntamento per il 6 maggio a Roma

Solo due terzi delle aziende puntano su innovazione e collaborazione interna (66,7%), mentre poco più di un terzo punta sul benessere dei lavoratori (42,6%). E ancora. Solo il 14,3% delle nostre aziende fa periodiche indagini di clima, contro il 50,7% di quelle estere. Sono solo alcuni dei dati che emergono da una recente indagine di Astraricerche per Manageritalia, che l’associazione di rappresentanza di quadri e dirigenti italiani presenta in occasione del 1° maggio, festa del lavoro. Sì, perché come spiegato dal presidente di Manageritalia, Guido Carella, “la vera e unica festa del lavoro che possiamo e dobbiamo fare in Italia è cambiarlo in meglio. Dobbiamo difendere non il posto – aggiunge – ma il lavoro, meglio la professionalità degli italiani, perché siano protagonisti insieme alle nostre imprese dell’indispensabile ripresa della competitività e crescita”. Per cambiare in meglio, si può fare ancora molto anche in tema di flessibilità e organizzazione del lavoro. L’indagine presentata da Manageritalia, svela come in Italia si tenda ancora a valutare le ore di lavoro fatte, piuttosto che i risultati raggiunti e quindi il merito. Il lavoro part time coinvolge in Italia solo il 5,9% degli uomini (media Ue a 27 al 9%) e il 29,3% delle donne (Ue a 27 al 32,1%). E il 63,8% degli uomini e il 50,2% delle donne dichiara che è una scelta involontaria. La banca delle ore coinvolge solo l’1,1% dei lavoratori italiani, a fronte di una media europea del 10,3% e del 23,2% in Germania (Eurostat 2011). Solo il 24% delle aziende italiane sopra i nove dipendenti utilizza meeting e/o gruppi di lavoro per coinvolgere i dipendenti sull’organizzazione del lavoro, contro una media euoropea del 41%, e il 79% della Svezia e il 45% di Germania e il 43% di Francia e Regno Unito.Inoltre, pochissime aziende hanno una vera gestione manageriale: in Italia nel settore privato abbiamo un dirigente ogni 100 dipendenti, contro più di tre di Francia a Germania. Solo 43 mila aziende sulle 210 mila con più di 10 dipendenti hanno all’interno un dirigente e/o un quadro e quelle che hanno un dirigente sono 32 mila. Le nostre imprese familiari hanno nel 66% dei casi management composto da soli familiari dell’imprenditore, contro il 28% della Germania, il 25% della Francia e il 10% del Regno Unito (Eurofound 2013).“Dobbiamo creare le condizioni perché l’economia possa ripartire e voltare pagina – aggiunge Carella – Certo, la politica deve fare tanto e il Job Act è un primo importante passo, ma serve molto di più. Ma altrettanto e ancor di più devono fare i sindacati, gli imprenditori e i manager. E per farlo dobbiamo tutti voltare pagina, cambiare i paradigmi che ci guidano e lavorare insieme.

L’APPUNTAMENTO. Anche per questo Manageritalia organizza il 6 maggio a Roma (ore 18 – Tempio di Adriano – Piazza di Pietra) un incontro sul tema La valorizzazione del patrimonio aziendale per l’occupazione, il benessere e la produttività, tappa finale di un progetto sviluppato con Cibiesse (la business school del Centro Formazione Management del Terziario) e con il contributo di Fondir (Fondo paritetico per la formazione dei dirigenti del terziario ) negli ultimi anni.