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Lavoro

Disagio mentale in ufficio: un segreto per un italiano su quattro

I risultati dell’indagine ‘Workforce View 2019’ di Adp Italia e l’importanza di un ascolto da parte dell’azienda

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Problemi di salute mentale: a chi lo comunicheresti sul posto di lavoro? Si apre con questa domanda la survey Workforce View 2019 di Adp Italia, società specializzata nella consulenza per la gestione delle risorse umane a livello mondiale. Un lavoratore italiano su tre (il 32,6%) dichiara che, in caso di problemi di salute mentale, è disposto a parlarne in ufficio solo se ha amici presenti sul posto di lavoro, il 31% con i colleghi, il 25% con nessuno sul posto di lavoro (percentuale che sale rispettivamente al 36,4% e al 30,6% tra gli over 55 e chi lavora nel settore media/marketing), il 15% con il capo, il 12,10% con la direzione del personale.

Nella survey di Adp si sonda anche l’interesse della propria azienda rispetto ai problemi di salute mentale. Il 32,50% del campione dichiara che la propria azienda non è del tutto interessata alla salute mentale dei lavoratori. Quanti dicono che l’azienda è interessata ma solo superficialmente sono il 36,90%, l’azienda è abbastanza interessata per il 22,40%. Sostiene invece che l’azienda è molto interessata l’8,20% degli intervistati. “Quello del disagio mentale costituisce ancora un nervo scoperto nella gestione delle risorse umane in Italia”, commenta Virginia Magliulo, General Manager di Adp Italia. “Un ascolto continuo delle proprie persone e un feedback puntuale concretizzano un più stretto rapporto tra i dipendenti, manager e vertici aziendali. Solo così verranno del tutto liberate le potenzialità e la creatività del lavoratore, che può sviluppare il proprio senso di appartenenza all’azienda e sentirsi pienamente coinvolto negli obiettivi aziendali”.

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Image by Gerd Altmann from Pixabay