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Lavoro

Da che cosa dipende lo stipendio di un manager?

Un terzo dei dirigenti ai più alti livelli non ha la laurea: serve davvero studiare se poi i rapporti personali contano più delle competenze?

Da che cosa dipende lo stipendio di un manager? Contano di più risultati e gestione delle risorse umane o i rapporti con gli azionisti? Molti se lo saranno chiesto guardando alcune carriere scintillanti al di là della salute delle aziende gestite, ma fa ancor più scalpore quando di fronte alle difficoltà del settore bancario ci si ritrova a leggere le classifiche di ad strapagati tra stipendi, benefit e liquidazioni.

COMPETENZE E STIPENDI DEI MANAGER

Le competenze professionali dovrebbero essere il faro che guida nella scelta – e dunque nella remunerazione – di un manager. Insomma, tutto dovrebbe partire dal curriculum e dalla sua prima voce: “titolo di studio”. Ebbene, secondo una rilevazione di Manageritalia, solo due dirigenti su tre (il 65% per l’esattezza) hanno completato l’Università e appena il 14% anche di un master, mentre la restante parte ha solamente un diploma (335). Non sembra dunque giustificarsi il dato che nel 2012 vedeva il rapporto 1:63 tra le retribuzione media del personale dipendente e lo stipendio degli amministratori delle 10 più importanti società italiane (nel settore bancario, quello che ha mostrato le maggiori lacune, era addirittura 1: 64). La cronaca ci ha raccontato tanti casi al limite nel mondo della politica – per esempio, la Regione Emilia Romagna che con una legge ad hoc l’anno scorso ha permesso alla giusta di assumere diplomati con stipendi da dirigenti (90 mila euro lordi) – ma c’è anche il rovescio della medaglia che spinge verso il basso il nostro Paese.

Se i diplomati possono guadagnare quanto – se non più – dei laureati, perché un ragazzo dovrebbe investire negli studi universitari? Lo aveva già denunciato un anno fa il Festival dell’Economia di Trento, ma senza risultati. A fronte di retribuzioni sostanzialmente identiche, il numero dei laureati italiani è in calo e le aziende italiane impallidiscono di fronte all’Europa, dove il 54% dei manager ha una laurea.