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UberBlack, un altro colpo dai giudici di Milano

Le corse devono obbligatoriamente partire e tornare dall’autorimessa, altrimenti è concorrenza sleale nei confronti dei taxi

Dopo UberPop, anche UberBlack finisce nel mirino della legge. Lo scorso maggio infatti il giudice decise di inibire l’utilizzo di UberPop su tutto il suolo nazionale perché il servizio di noleggio auto 2.0 ingaggiava autisti senza autorizzazione Ncc. Adesso, è la volta di UberBlack: un servizio ancora giudicato legale ma che il giudice della prima sezione del Tribunale di Milano, Anna Cattaneo, considera sanzionabile se viola il vincolo della rimessa. Affinché UberBlack non si riveli un servizio di concorrenza sleale rispetto ai taxi, le sue corse devono rigorosamente partire e terminare dalle proprie autorimesse. Non si può, insomma, prendere la richiesta di un cliente incrociato per strada o tramite app.

Da qui, la sentenza di condanna per il caso dell’autista di UberBlack, L. C., risalente al 2013. L.c. stava guidando una Mercedes, a Milano, poco lontano dai nuovi grattacieli di Porta Nuova per poi fermarsi sotto l’albergo Principe di Savoia in piazza della Repubblica. Qui ha caricato un cliente diretto al consolato americano. Colto in fragrante dai vigili, viene multato per violazione dell’articolo 85 del codice stradale con fermo amministrativo del veicolo, poiché «acquisiva un servizio al di fuori della rimessa».

Il nostro fa ricorso e ottiene l’annullamento del verbale di contestazione dei vigili da parte del giudice di pace. A sua volta, però, anche il Comune di Milano fa ricorso, contestando l’annullamento: il giudice Cattaneo dà ragione al Comune, conferma il verbale dei vigili e condanna l’autista alla refusione delle spese e al fermo del veicolo. Per il giudice infatti è indiscutibile che l’autista «non fosse in attesa presso la propria rimessa (…) bensì fosse fermo in una via del centro (…) ove è esercitato solo il servizio taxi. Il sistema di Ncc (…) non può effettuarsi con le modalità dell’applicazione introdotta da Uber che lo assimila al servizio di radio-taxi (…)».

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