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Scaglia a processo, Fastweb e Telecom Sparkle parte civile

Al via oggi l’udienza sul riciclaggio di due miliardi di euro scoperto nel febbraio scorso che ha portato all’arresto di 56 persone tra cui l’ex presidente di Fastweb, tuttora agli arresti domiciliari

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E’ iniziato questa mattina il processo a carico di Silvio Scaglia e di altre 27 persone, quasi tutti dirigenti o dipendenti di Fastweb e Telecom Italia Sparkle, sul riciclaggio internazionale di due miliardi di euro scoperto nel febbraio scorso con l’arresto di 56 persone. Tra i 27 imputati oltre a Scaglia, ex presidente di Fasweb, Stefano Mazzitelli già amministratore delegato di Telecom Sparkle Italia, e l’imprenditore Gennaro Mokbel, considerato uno dei principali ideatori della frode e coloro che hanno avuto un ruolo di primo piano nella vicenda. Le due società telefoniche, Fastweb e Telecom Sparkle Italia, hanno chiesto di essere presenti come parte civile nei confronti dei loro ex dirigenti coinvolti nel processo. Pur essendo indagate per violazione della legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle aziende, le due società intendono chiedere un risarcimento per aver subito pregiudizio a causa dei fatti illeciti attributi dall’accusa ai suoi ex dirigenti in carica tra il 2003 e il 2007 e ora sotto processo. La richiesta è stata illustrata oggi davanti alla prima sezione del tribunale penale, che si è riservato la decisione valutandola nelle prossime udienze insieme con analoghe richieste presentate dall’Avvocatura dello Stato che rappresenta nel processo la Presidenza del consiglio dei ministri, i ministeri dell’Interno e dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate. Il processo si muoverà con le accuse di associazione per delinquere transazionale pluriaggravata finalizzata al riciclaggio, alla commissione di un numero indeterminato di delitti in materia di evasione fiscale, uso di fatture false e corruzione di pubblici ufficiali. Oggi dopo questioni preliminari il tribunale ha rinviato il processo all’udienza dell’11, 18 e 21 dicembre prossimo.

Il caso Scaglia, agli arresti domiciliari senza motivoLa difesa dell’ex patron di Fastweb si muoverà attraverso tre capisaldi: Silvio Scaglia non sapeva nulla della truffa venuta alla luce nel caso Fastweb-Telecom Italia Sparkle, non ha mai mostrato l’intenzione di sottrarsi alla giustizia, i suo conti correnti e il suo patrimonio plurimilionario non sono dovuti ad attività illecite. Lo stesso Scaglia – come riporta il quotidiano Milano Finanza – ha messo per iscritto la sua difesa in modo originale trasformando le memorie di difesa in un libretto illustrato da Vincino. Nel libricino Scaglia sottolinea che Fastweb è stata “vittima” di una truffa e non mente dell’operazione. Scaglia, che dal 26 febbraio 2010 al 17 maggio 2010 è rimasto in cella, sta tutt’ora scontando gli arresti domiciliari. Senza motivo perché, secondo lo stesso indagato, la carcerazione non è giustificata nei suoi confronti: non può infatti reiterare il reato (è fuori da Fastweb), non vuole fuggire (è rientrato dall’estero proprio mentre verteva su di lui il mandato d’arresto) e se avesse voluto inquinare lo avrebbe già fatto, dopo il suo primo interrogatorio nell’estate del 2007.

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Silvio Scaglia