Connettiti con noi

Business

Google, “Microsoft ci copia con Bing”. Ecco le prove

Da Mountain View arriva l’accusa che da Redmond si plagiano i preziosi algoritmi del più famoso motore di ricerca al mondo. Su 100 ricerche almeno 7 sarebbero state copiate da Bing. Microsoft nega tutto. ‘hiybbprqag’ e ‘mbzrxpgjys’: ecco le screenshot sotto accusa

Google e Microsoft sono sempre più ai ferri corti. Da Mountain View si accusa Redmond di copiare ‘pari pari’ i risultati delle ricerche online di Google e di trasferirli sul motore di ricerca Bing. Microsoft respinge seccamente: “Non copiamo”, le affermazioni di Google sono fuorvianti e rappresentano un “trucco da storia di spionaggio”, ma i tecnici del motore di ricerca più famoso al mondo forniscono anche le prove (vedi photogallery in basso). Le tensioni fra i due colossi sono l’ennesimo segnale della crescente rivalità che si protrae da anni su numerosi fronti, dalle ricerche sul web alla pubblicità online. Google porta a sostegno della sua tesi alcuni test, dai quali – riporta il Wall Street Journal – emergerebbe come i risultati delle ricerche effettuati con Google sarebbero stati copiati poche settimane dopo da Bing, il motore di ricerca di Microsoft. Una prova sarebbe la parola senza senso hiybbprqag alla quale Google ha fatto corrispondere una pagina con la mappa dei posti di un teatro a Los Angeles, o anche mbzrxpgjys che indirizzava al sito del BlackBerry. In entrambi i casi le ricerche davano lo stesso risultato. Mountain View avrebbe constatato come su 100 diverse ricerche effettuate altre 7 sarebbero state copiate da Bing. “Noi vogliamo competere con algoritmi costruiti sull’innovazione e non su risultati di ricerca riciclati da un competitor” afferma Amit Singhal di Google. Microsoft spiega che la società studia come alcuni navigatori interagiscono con Google per migliorare Bing, utilizzando i ‘clickstream data’, ovvero le informazioni che Internet Explorer o Bing volontariamente condividono con Microsoft. Questi dati sono solo una piccola parte degli oltre 1.000 ‘segnali’ che Bing usa per i propri algoritmi di ricerca. “Non copiamo nulla. Impariamo dai dati che i nostri consumatori condividono con noi – mette in evidenza Harry Shurm di Microsoft con il Financial Times – Il motivo per cui il web funziona è legato all’intelligence di tutti”.