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Business

La birra? Una bevanda (anche) da donne

Dopo la prima campagna degli anni ’80, nuova iniziativa di AssoBirra dedicata a un target ben definito ma (erroneamente) poco considerato quando si parla di luppolo: le millennials, le ragazze tra i 18 e 35 anni

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A 30 anni dalla storica pubblicità con Renzo Arbore Birra, e sai cosa bevi, che raccontava alle donne le virtù di una bevanda allora poco amata dal gentil sesso (vedi video in fondo all’articolo), AssoBirra torna con una nuova campagna di comunicazione dedicata a un target ben definito ma ancora (erroneamente) poco considerato quando si parla di “bionde”: le millennials italiane, ovvero quelle donne nate tra il 1980 e il 1996 – un bacino da 6,8 milioni di persone – vere e proprie protagoniste di un cambiamento nella via italiana della birra.A 30 anni dalla prima pubblicità di AssoBirra, infatti, l’Italia è il Paese con il più alto numero di consumatrici di birra in Europa (sei donne su 10), pur mantenendo il minor consumo procapite (solo 14 litri) e un approccio a questa bevanda nel segno della moderazione e del consumo a pasto.

Nella nuova campagna Birra, io t’adoro – on air da metà febbraio – si celebrano proprio le millennials, donne maggiorenni (il consumo responsabile e consapevole è un caposaldo per AssoBirra) moderne, indipendenti, ironiche e impegnate, che anche nella vita frenetica di tutti i giorni riescono a ritagliarsi dei momenti di piacere e socialità in cui il gusto della birra è complemento perfetto. Birra io t’adoro avrà anche un blog (birraiotadoro.it) e cinque profili social (Facebook, Twitter, YouTube, Pinterest e Instagram) per contribuire a farne conoscere la storia, creare cultura di prodotto e raccontare la cultura della birra, sfatando luoghi comuni duri a morire (ancora oggi una donna su 10 crede che la birra gonfi o faccia ingrassare) e spiegando alle giovani adulte che il consumo moderato di birra può essere compatibile con uno stile di vita moderno, equilibrato ed attivo.