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Super ricchi oltre la crisi, ma non in Italia

La 15/a edizione del World Wealth Report segnala un aumento dei ‘paperoni’ rispetto al 2007, ma il nostro Paese perde colpi e viene scavalcato dall’Australia

Per la classe dei milionari la crisi è ormai alle spalle. A fine 2010, infatti, la popolazione mondiale con un patrimonio finanziario superiore al milione di dollari ha superato i livelli pre-crisi, ovvero quelli del 2007. I paperoni – chiamati in gergo Hnwi cioè ‘high net worth individuals’ – sono aumentati dell8,3% rispetto all’anno precedente (ora sono quasi 11 milioni nel mondo), mentre il loro patrimonio è cresciuto del 9,7% e ora ammonta a 42.700 miliardi di dollari. Cifre da capogiro, tutte registrate dalla 15esima edizione del World Wealth Report, rapporto annuale sulla ricchezza mondiale stilato da Merrill Lynch e CapGemini. Ma nella Top 10 dei super ricchi c’è un Paese che perde colpi. Dall’indagine, infatti, emerge che l’Italia ha perso milionari: tra il 2009 e il 2010 si è passati da 174 mila super ricchi a 170 mila (-4,7%); si è rimasti a livelli superiori del 2008, ma siamo stati superati dall’Australia che, grazie all’aumento dei prezzi delle materie prime, si aggiudica il nono posto della classifica. Secondo il World Wealth Report una politica monetaria ancora accomodante e una flessione del 13,6% della capitalizzazione di Borsa ha agito da freno alla crescita del patrimonio finanziario. Dalla ricerca emerge inoltre che la popolazione globale degli individui con patrimonio di oltre 30 milioni di dollari ha registrato un aumento del 10,2% e la sua ricchezza è cresciuta dell’11,5 per cento. Tornando a guardare gli Hnwi, questi sono rimasti altamente concentrati negli Stati Uniti, in Giappone e in Germania che insieme rappresentano il 53% del totale. L’area Asia-Pacifico ha poi superato l’Europa per la prima volta sia in termini di popolazione (+9,7% a quota 3,3 milioni) che di ricchezza (+12,1% a 10.800 miliardi di dollari) ed è seconda solo al Nord America. Gli oggetti di lusso da collezione (ossia automobili, imbarcazioni, jet) continuano a rappresentare la quota maggiore degli investimenti (pari al 29% del totale). A seguire poi arte, gioielli, pietre preziose e orologi (22%) e altri bene da collezione (15%), come vini, oggetti d’antiquariato, monete e cimeli.