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Stipendi manager, cresce la parte fissa per gli a.d. di Borsa Italiana

L’indagine di Mercer sulle retribuzioni nei Cda nelle principali società di Piazza Affari. Per gli amministratori delegati aumenta la retribuzione fissa e si registrano più premi, ma con valori più bassi rispetto al passato

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Crescono le retribuzioni degli amministratori delegati di Piazza Affari. In base allo studio realizzato da Mercer sulle retribuzioni degli organi di amministrazione e controllo delle principali società quotate italiane – giunto alla terza edizione – nel 2014 il compenso complessivo degli a.d. ha raggiunto una media di poco superiore al milione di euro (1.080.801), in crescita dell’11% rispetto al 2013. Per gli amministratori delegati cresce la retribuzione fissa e si registra una maggiore diffusione della erogazione di premi, ma con un valore complessivamente più basso dell’anno precedente.

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PRESIDENTI NON ESECUTIVI E CDA. In linea con le best practice europee, i compensi dei presidenti non esecutivi delle società del campione sono esclusivamente fissi: la media è di circa 238 mila euro, in crescita del 19% rispetto a quelli del 2013, quando l’adeguamento alle disposizioni dei regolatori (Consob, Banca d’Italia, Ivass) aveva prodotto una netta diminuzione dei loro emolumenti.L’emolumento per i membri del CdA risulta, invece, costante rispetto al 2013, intorno a 50 mila euro l’anno per persona, senza alcuna distinzione in relazione a dimensione, complessità o livello di internazionalizzazione dell’azienda, oppure modello di governance.

INCENTIVI VARIABILI. L’edizione 2015 dell’analisi di Mercer ha mostrato un’adozione sempre più consapevole da parte delle aziende del campione dell’incentivazione variabile, sia a breve che a lungo termine.Per quanto riguarda gli incentivi di breve termine il 40% delle aziende ha dichiarato di applicare un gate (condizione di performance minima da soddisfare per l’attivazione del piano di incentivazione) e successivamente di misurare il livello di performance correlandolo a ulteriori indicatori economico-finanziari. Le aziende che nel 2014 hanno effettivamente pagato un incentivo sono state circa il 70% del campione analizzato, in crescita rispetto ai livelli del 2013 (60%), tuttavia, i livelli di erogato complessivi sono risultati inferiori. Circa il 54% delle aziende offre almeno un piano di incentivazione di lungo termine. In linea con quanto richiesto dagli investitori istituzionali, le aziende della Ftse Mib adottano sistemi incentivazione con “vesting” (periodo di valutazione delle performance) triennali nella maggior parte di casi collegati al piano industriale. All’interno del campione di aziende che prevedono piani di incentivazione a lungo termine, si registra ancora una netta prevalenza di piani cash (43%), seguiti da piani di stock option (35%) e performance share (22%).