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La quotazione fa bene al lusso

La crisi non frena la crescita delle griffe del made in Italy quotate a Piazza Affari: dal campione di crescita Brunello Cucinelli agli utili record di Salvatore Ferragamo, fino al al gruppo Tod’s, quello capace di gestire al meglio il circolante

Il lusso paga, soprattutto se quotato in Borsa. Lo sanno i marchi del made in Italy presenti a Piazza Affari. Lo sanno Salvatore Ferragamo con i suoi 3,8 miliardi di capitalizzazione, il gruppo Tod’s il cui valore si attesta a 3 miliardi, ma anche la Brunello Cucinelli che, nonostante sia fresca di quotazione, vale 1,3 miliardi di euro. E si sa, quando aumenta la capitalizzazione a crescere sono anche gli utili.

Da record quelli di Salvatore Ferragamo che ha chiuso il 2013 con un utile netto pari a 150 milioni di euro, in aumento del 43% con un dividendo che cresce del 21% passando da 0,33 a 0,40 euro. Per il gruppo toscano in miglioramento anche il rapporto tra margini e ricavi che sale fino al 20,7%.

Rimane invece costante la cedola di Tod’s, confermata a 2,7 euro. Per l’azienda marchigiana ricavi stabili a 967 milioni (erano 963 del 2012) ma un utile netto in calo a 134 milioni, penalizzato dall’impatto sfavorevole dei cambi. La nota più positiva è il margine, pari al 24,4% dei ricavi.

Utili e dividendo in crescita per Brunello Cucinelli, che ha proposto una cedola di 0,11 euro per azione rispetto a 0,08 dell’anno precedente, dopo aver archiviato il 2013 con un utile netto in crescita del 10,9% a 29,6 milioni e ricavi netti a 322,5 milioni (+15,5%). Per l’azienda del cachemire il rapporto tra margini e ricavi è del 18%.