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Governo, schiaffo a Telecom: sarà Enel a stendere la fibra ottica

Il gruppo pubblico dell’energia porterà la banda ultralarga nelle case di tutta Italia in soli tre anni. Il titolo Telecom crolla in borsa

Un piano da 6,5 miliardi in cinque anni per ristrutturare la rete attraverso la fibra ottica, con l’intento di innalzare la qualità dell’infrastruttura digitale italiana. E cercando, parallelamente, di restituire al controllo pubblico le grandi reti di telecomunicazioni, a cominciare appunta dalla banda ultralarga. Protagonista del piano previsto dal governo sarà Enel, controllata del Tesoro, con Telecom che viene quindi improvvisamente messa all’angolo. E non c’è da stupirsi, dunque, se il titolo del colosso della telefonia abbia conosciuto, a margine dell’uscita della notizia al grande pubblico, una picchiata vertiginosa in borsa (-2,92%).

BATTUTE TELECOM E METROWEB. Il governo Renzi, entro fine mese, determinerà gli incentivi per costruire la nuova infrastruttura di rete e ha individuato in Enel il candidato migliore dopo che i contatti con Telecom e Metroweb condotti nei mesi scorsi non hanno dato esiti soddisfacenti. Enel avrebbe già dato la sua disponibilità a impegnarsi nel progetto, che avrebbe grosse implicazioni negative per Telecom, società che se da un lato intende investire molte risorse nelle reti di nuova generazione, ha anche la necessità di proteggere il valore della sua attuale rete in rame.

CIAO CIAO, DIGITAL DIVIDE. Invece Enel, secondo Palazzo Chigi, ha le caratteristiche per diventare il candidato migliore per accelerare sulla banda di ultima generazione. L’azienda ha formalmente dichiarato alle autorità competenti la disponibilità a impegnarsi con un progetto in tempi molto stretti: tre anni per raggiungere tutta l’Italia, mandando in pensione la vecchia infrastruttura in rame, senza neppure reclamare una posizione privilegiata nella futura gestione del servizio. Dimenticatevi gli scavi: una recente normativa consentirà di posare la banda larga sui tralicci elettrici (posa aerea), e se da un lato permetterà di abbatterne i costi, dall’altro consentirà di raggiungere anche le aree del Paese più sottoposte al digital divide, come ad esempio le zone di alta montagna.

POI TOCCHERÀ ALLA TV. Come sopra accennato, nelle idee dell’esecutivo, il piano non è che un primo passo per una complessiva e radicale ristrutturazione del settore delle Telecomunicazioni, che comprenderà dunque anche le reti per le trasmissioni radiotelevisive, a cominciare dalle antenne. Con il medesimo obiettivo di fondo: conservare il controllo da parte dello Stato del sistema infrastrutturale. Sarà in questo settore la prossima mossa del governo?