Connettiti con noi

Business

Così la Svizzera mantiene il segreto bancario

Se Roma e Berna hanno appena iniziato a gettare le basi per una futura collaborazione in chiave fiscale, gli accordi con Germania, Regno Unito e Austria sono a buon punto e potrebbero rappresentare una guida anche per il governo italiano

Un primo passo ufficiale e stato fatto: Italia e Svizzera getteranno le basi per una collaborazione in materia finanziaria e fiscale (Leggi). Per capire quali saranno i punti di un’eventuale intesa i tempi non sono ancora maturi, ma il governo elvetico ha già raggiunto accordi fiscali con altri Paesi europei – in particolare con Germania, Regno Unito e Austria – tre accordi che dovrebbero entrare in vigore dal 1° gennaio 2013 e che saranno finalizzati il prossimo giugno (sono quindi soggetti a modifiche). Questi accordi, riassunti dall’agenzia Adnkronos, possono rappresentare delle linee guida anche per il nostro Paese.Le convenzioni che il governo di Berna ha siglato puntano a mantenere il segreto bancario svizzero e, di conseguenza, la sfera privata dei clienti. In pratica il paese elvetico propone un’imposta liberatoria riscossa dalla stessa banca e versata in modo anonimo alle autorità fiscali. Il calcolo, spiega una nota delle Finanze di Berna, viene effettuato su interessi, dividendi e altri redditi del capitale: “Con l’imposta liberatoria viene ‘soddisfatta’ l’imposta sul reddito dovuta sui redditi del capitale. I redditi dai quali è stata dedotta l’imposta liberatoria non devono più essere dichiarati a un’autorità fiscale estera – si riassume nella nota di Berna – in contropartita la Svizzera esige dallo Stato terzo interessato un miglior accesso al mercato per gli istituti finanziari svizzeri nonché una soluzione della problematica dell’acquisto di dati fiscali acquisiti illegalmente”.

SVIZZERA-GERMANIA. I contribuenti tedeschi con depositi in istituti elvetici hanno due possibilità : versare un’imposta liberatoria anonima o denunciarsi alle autorità fiscali del loro Paese. Se non rispettano una di queste due condizioni non è più possibile aprire o continuare a tenere un conto. Per il pregresso, la Svizzera si impegna a trattenere e rigirare alla Germania fra il 21 e il 41% delle somme evase negli ultimi 10 anni da contribuenti tedeschi (le stime parlano di somme fra 130 e 180 miliardi di euro) Per il futuro, invece, l’aliquota unica per redditi da capitale dei correntisti tedeschi ammonta a 26,375”, che corrisponde all’aliquota dell’imposta liberatoria in vigore in Germania (25% più il supplemento di solidarietà).

SVIZZERA-REGNO UNITO. Un accordo simile a quello con Berlino è stato firmato lo scorso agosto da Londra: anche in base a quell’intesa la Confederazione elvetica accettava di versare a partire dal 2013 al fisco britannico le tasse sui depositi detenuti nelle proprie banche da sudditi di Sua Maestà, con la clausola dell’anonimato (anche se il Regno Unito potrà richiedere i dettagli di 500 titolari l’anno). Le stime del fisco di Londra sono di tasse per 5 miliardi di sterline l’anno con una tassazione – rivista per adeguarla ai parametri ‘tedeschi’ – fra il 21 e il 41% sui depositi pre-esistenti e una tassazione per i prossimi anni fra il 27 e il 48%. Nel 2009 il Regno Unito aveva già firmato un accordo simile con le autorità del Liechtenstein, ma con condizioni più ‘leggere’.

SVIZZERA-AUSTRIA. L’intesa firmata lo scorso 13 aprile – che secondo le stime inserite nella Finanziaria 2013 dovrebbe fruttare al fisco di Vienna entrate per un miliardo di euro – prevede un pagamento una tantum di una quota fra il 15% e il 38%, a seconda della durata della relazione bancaria e dell’ammontare del patrimonio, mentre per i futuri redditi da capitale è stata definita una aliquota del 25%.

L’intesa con i tre Stati riguarda anche le successioni e vede l’applicazione della stessa aliquota dello Stato di provenienza (50% per la Germania, 40% per la Gran Bretagna). L’Austria non conosce l’imposta sulle successioni.