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Come funzionano le carte di credito e in base a cosa si distinguono

Permettono di utilizzare soldi che di fatto sono virtuali, perché spesso non esistono nemmeno sul conto del titolare. Due sono le tipologie principali

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Le carte di credito, come anche i bancomat, hanno lo scopo di semplificarci la vita, consentendoci di poter disporre di somme di denaro che non sono fisicamente presenti al momento della transazione. Questo vuol dire poter girare senza dover avere sempre il portafoglio gonfio, con il rischio di subire un danno ancora più grave in caso di scippo, furto o smarrimento.

Carte di credito: le due tipologie principali

Rispetto al bancomat, la carta di credito ha alcune particolarità. La principale è che il pagamento è differito. Fare acquisti con una carta di credito significa utilizzare i soldi della banca, che appunto fa credito, e che in un secondo momento addebiterà quell’importo o una parte di esso all’acquirente titolare della carta. Esistono limiti di spesa che la banca può imporre, sia per quanto riguarda il valore delle transazioni o dei prelievi quotidiani, sia per quanto riguarda il totale mensile.

Esistono due tipologie principali di carte. La prima è detta “a saldo” e per il suo titolare comporta che gli/le verrà addebitato l’ammontare complessivo delle spese sostenute in un certo mese nei primi quindici giorni del mese successivo. Se lui/lei ha fatto acquisti a settembre per 750 euro, questo sarà l’importo che gli/le verrà addebitato nella prima metà di ottobre.

Non funzionano così, invece, le carte cosiddette revolving, la seconda tipologia più diffusa di carte. Queste consentono ai loro titolari di rimborsare solo una parte di quanto speso e di rateizzare la rimanente. Si tratta, in poche parole, di un vero e proprio prestito che il cliente riceve dall’istituto bancario, prestito che viene diviso in rate ma deve essere restituito ed è soggetto a un tasso di interesse, naturalmente.

Esistono anche carte che mescolano caratteristiche delle prime due tipologie e sono dette “a opzione”. Il titolare può decidere se utilizzarla, in un dato momento, come carta a saldo o revolving. In tutti e tre i casi, il cliente dispone di uno strumento di verifica che è l’estratto conto, cioè il riepilogo delle spese sostenute e, più in generale, dei movimenti avvenuti sul suo conto.

Differenze tra carte di credito e bancomat

Diversamente dai bancomat, che possono essere tranquillamente usati per i prelievi dal bancomat, le carte sono soggette a commissioni piuttosto care. Non sono l’ideale da usare per i prelievi. Sono invece indispensabili per fare acquisti online, che con i bancomat non si possono effettuare. I titolari di una carta dispongono di un codice di 16 cifre che, in una transazione online, deve essere digitato, insieme alla data di scadenza e al codice CVV (Card Verification Value), una sorta di codice di sicurezza.

Un’altra differenza tra carte e bancomat è che nel fare acquisti con le prime non è necessario digitare nessun pin. Ci sono però modalità di controllo come l’apposizione della firma del titolare e una segnalazione dell’acquisto inviata tramite SMS sul cellulare dello stesso. In questo modo, è possibile individuare immediatamente acquisti non effettuati dall’intestatario della carta.