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Bulgari a Lvmh: il lusso made in Italy è un po’ più straniero

Ferré, Fendi, Valentino e Gucci: sono solo alcuni dei nostri marchi ceduti all’estero. Investimento importante oppure no, ci sono anche aziende che rimangono al 100% italiane come Armani, Dolce & Gabbana e Brunello Cucinelli, ma anche italiani che investono all’estero come i Della Valle…

Con la cessione del marchio Bulgari al gruppo francese Louis Vuitton Moet Hennesy (Lvmh) un’altra azienda storica del made in italy supera il confine. Era successo lo scorso mese al gruppo Ferré, passato al Paris group di Dubai, ma la lista è lunga e comprende marchi di successo come Fendi, Valentino, Gucci e Bottega veneta. Un segnale che conferma l’elevato interesse per la moda italiana, ma anche attenzione dei nostri marchi per il mercato estero come dimostra la scelta del gruppo Prada di quotarsi alla Borsa di Hong Kong.

Bulgari passa al colosso francese Louis Vuitton Moet Hennesy (Lvmh)Emilio Pucci – nel 2000 anche questo marchio è passato sotto il controllo di LvmhFerré ceduto a inizio febbraio 2011 al Paris group di DubaiFendi – nel 1999 il marchio fondato dalle cinque sorelle romane viene venduto a Lvmh di Bernard ArnaultGucci e Bottega Veneta – ceduti al gruppo francese Ppr (Pinault -Printemps -Redout)Valentino – passato qualche anno fa dal gruppo Marzotto al fondo di private equity Permira Holdings Limited (Phl), con base a Guernsey, nelle isole del canale britannico. Prada – a gennaio 2011 decide di quotarsi alla Borsa di Hong Kong

L’ingresso di capitali stranieri nella moda italiana non sembra preoccupare Santo Versace che, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, in occasione del passaggio di Ferrè al Paris Group di Dubai aveva dichiarato: “Si tratta di un investimento importante di capitale straniero in Italia, che rende evidente il valore della nostra moda. L’azienda Italia ha tanti bellissimi marchi e anche questa vendita dimostra che gli investitori vogliono il made in Italy, vogliono lo stile e la produzione italiani”. Ma è anche vero che ci sono marchi al 100% italiani capaci di sfondare all’estero. Un esempio? Giorgio Armani, ancora saldamente in mano all’omonimo fondatore. Vertici italiani anche per il marchio dei due stilisti Dolce & Gabbana, Trussardi e il gruppo Aeffe di Alberta Ferretti (Alberta Ferretti, Moschino, Pollini e Jp Gaultier). La lista è molto lunga e comprende anche il re del cachemire, Brunello Cucinelli, che difende il suo regno nel borgo medioevale di Solomeo, alle porte di Perugia, e il suo alterego femminile Laura Biagiotti. Addirittura in controtendenza il gruppo Tod’s dei fratelli Della Valle che non solo non pensa a cessioni, ma guarda a investimenti all’estero com’ è avvenuto con l’ingresso nel capitale di Saks, la prestigiosa catena di department stores americani.