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Btp a cinque e dieci anni: tassi in rialzo. E lo spread sale a 285 punti

Incertezze internazionali, attesa per la nota di aggiornamento al Def, giudizi delle agenzie di rating: ecco i principali motivi dell’aumento

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È un momento di grande fermento questo per i Btp (i buoni del tesoro poliennali), ossia i certificati di debito emessi dallo Stato italiano. Infatti, hanno raggiunto il valore più elevato da marzo del 2014: quelli a dieci anni sono saliti al 3,25%, ben 37 centesimi in più rispetto all’asta di luglio, mentre quelli a cinque anni hanno raggiunto il 2,44% lordo, per un incremento di 63 centesimi. Del resto, nei giorni scorsi, anche le aste dei Bot a sei mesi e dei Ctz a 18 sono state caratterizzate da un sensibile rialzo dei rendimenti. Quelle dei Btp sono variazioni molto significative, considerato che proprio la loro emissione è uno dei principali parametri di riferimento (benchmark) per calcolare lo spread, il differenziale di interesse rispetto al Bund tedesco. Non a caso, mercoledì lo spread Btp-Bund è balzato di 15 punti, passando in un giorno da 270 a 285.

Le ragioni del rialzo dei Btp

Ma per quali ragioni i Btp hanno registrato un così netto rialzo? Secondo gli esperti, tutta colpa delle tensioni degli ultimi giorni, dalle incertezze internazionali all’attesa per la nota di aggiornamento al Def che verrà presentata nei prossimi giorni. Pesano anche il giudizio dell’agenzia di rating Fitch sulla qualità del debito italiano rispetto alla valutazione attuale e quello che esprimerà a ottobre Moody’s. Al momento, i sottoscrittori appaiono molto nervosi. Il risultato di tutto questo è che il costo del debito pubblico continua ad aumentare e che la domanda di Btp continua a superare il quantitativo offerto dal Tesoro.