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Un quinto delle pmi cancellato dalla crisi

L’allarme del Cerved: tra le cause principali c’è il credit crunch

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Un quinto delle pmi che nel 2007 risultavano attive oggi è fuori mercato. E quelle che sono sopravvissute non stanno tanto bene.

La denuncia arriva dal Cerved che racconta i guai delle piccole e medie imprese italiane dal 2007 a oggi: le pmi in media hanno perso 31 punti percentuali di mol e più che dimezzato il roe, passato dal 13,9% a 5,6 punti percentuali. Le loro sofferenze bancarie sono schizzate (+2,9% nel 2013, +3% atteso nel triennio 2014-2016). E la ripresa sarà lenta.

NUOVE REGOLE. Nel Rapporto Pmi del gruppo italiano specializzato nell’analisi del rischio del credito, si scopre che tra le peggiori cause c’è la contrazione del credito bancario: i debiti finanziari delle pmi si sono ridotti tra il 2011 e il 2013 di 4,1 punti percentuali, mentre per le grandi società sono aumentati nel 2012, diminuendo solo marginalmente nel 2013 (-0,9%).

Con le nuove regole di Basilea, tra il 2008 e 2013 le banche hanno selezionato con maggiore attenzione la clientela, riducendo i finanziamenti alle realtà più rischiose. E condannando al fallimento migliaia di società: 13 mila fallimenti, . Da qui un vero e proprio bollettino di guerra: dal 2008 ne sono fallite 13mila piccole e medie imprese, più di 5mila procedure concorsuali non fallimentari e 23 mila liquidazioni volontarie.

In più la crisi dei consumi ha portato Il numero di società che hanno chiuso l’esercizio in perdita ai massimi e ha più che dimezzato la redditività netta (dal 13,9% al 5,6%), in particolare per colpa dell’aumento del costo del lavoro e del calo della produttività.