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Tremonti e la sua riforma: “Per il fisco servono 80 miliardi. Chi paga?”

Spinto da più parti ad ‘aprire i cordoni della borsa’ il ministro dell’Economia va per la sua strada e ribadisce i successi di bilancio. Da un anno pensa alla riforma fiscale, ma servono i soldi. Un aiuto? La lotta all’evasione e il ‘simbolico’ taglio ai costi della politica…

Dal mare di Santa Margherita Ligure ai monti di Levico Terme (Tn), il concetto di Giulio Tremonti è sempre lo stesso: “non possiamo fare una riforma che crea deficit”, per una riforma fiscale servono risorse che al momento non ci sono. Ma dal convegno ligure dei giovani imprenditori al palco della Festa della Cisl il ministro dell’Economia cambia atteggiamento. Dopo l’invito del ministro Maroni a essere più “coraggioso” in tema di riforma fiscale (abbandonando la prudenza “da ragionieri” evitando così di “tirare a campare”) e l’ennesima richiesta del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, Tremonti si lascia andare e, in maniche di camicia, risponde un po’ seccato: “Dirò tutto quello che penso. Ci sono cose in cui dimostri più coraggio se le dici rispetto a se le taci”. E così Tremonti sottolinea che la riforma del fisco è pronta, entro il 18 giugno saranno resi noti i relativi studi, bisogna solo definire i “meccanismi finanziari” per reperire quegli 80 miliardi necessari a coprire i costi del debito pubblico italiano. Già, perché il ministro, da buon ragioniere, tiene da conto anche le disponibilità economiche del Paese. “Non si può andare al bar a dire ‘da bere per tutti’ e alla domanda ‘chi paga?’ rispondere ‘pagate voi’ – chiarisce il ministro –. Sono tentato di dire vi faccio la riforma e voi mi trovate 80 miliardi”. E se qualcuno lo accusa di avere poco coraggio, Tremonti risponde, anche con un po’ d’orgoglio: “Tenere i conti in ordine in italiano vuol dire tenere il bilancio dello Stato e noi abbiamo tenuto il bilancio in una crisi drammatica, abbiamo tenuto il risparmio delle famiglie e la coesione sociale, un qualche coraggio credo che il governo lo abbia dimostrato“.La riforma fiscale – alla quale il ministro pensa da più di un anno – si farà, sarà a “deficit zero” e punterà sulla lotta all’evasione piuttosto che su in inasprimento dell’Iva (che si potrà prendere in considerazione solo “in tempi e con andamenti diversi” per evitare una tendenza all’aumento dei prezzi). “I 35 miliardi recuperati nel 2010 hanno consentito di mettere in sicurezza il sistema dell’assistenza e della previdenza sociale – ha spiegato Tremonti – Ora si può pensare a un dividendo da evasione fiscale per i lavoratori e i giovani”. Per quanto riguarda le rendite finanziarie, invece, “si può fare un ragionamento, ma non sono disposto a tassare il risparmio delle famiglie”. Ma la riforma fiscale passerà anche per il taglio al costo della politica. Un taglio che, ammette Tremonti, non porterà “grandi numeri”, ma legittimerà il governo “nel chiedere i sacrifici alla gente”.