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La Francia cede ma col trucco: Stx «in prestito» a Fincantieri

L’Italia ottiene il 51% dei cantieri di Saint Nazaire, ma l’1% è in prestito per 12 anni dal governo di Parigi. A Fincantieri va quindi la gestione che sarà però monitorata dall’Eliseo: «L’obiettivo è creare un grande player mondiale dell’industria civile e militare», annuncia Gentiloni

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La Francia ci frega ancora: Stx passa a Fincantieri, ma in prestito. L’Italia ottiene il 51% delle azioni, ma l‘1% di questa quota sarà data i prestito per dodici anni dal governo francese. Con questo accordo, il gruppo tricolore avrebbe la maggioranza dei diritti di voto e una quota superiore di dividendi, ma dovrà sottostare a numerosi vincoli. A partire dalla composizione del cda dei cantieri navali Stx di Saint-Nazaire, che sarà composto da 8 membri, di cui 4 di Fincantieri, 2 dello stato francese, uno dei dipendenti e uno di Naval Group. Il capitale sarà così diviso: 50% Fincantieri, 34,34% Stato francese, 10% Naval Group, 3,66% imprese locali, 2% per i dipendenti. Al timone del nuovo gruppo ci saranno un presidente e un a.d. di Fincantieri, su cui però Parigi ha diritti di veto.

Stx «in prestito» a Fincantieri: la Francia ci frega ancora

Potrebbe sembrare una vittoria rispetto al 48% iniziale dell’accordo stoppato dal presidente francese Emmanuel Macron. Ma tutto ruota intorno all’1% che sarà assicurato dalla Francia attraverso un “prestito” azionario e potrà essere revocato in campo di inadempimento rispetto al piano industriale. Questa è una clausola in qualche modo già compresa nella vecchia intesa, che prevedeva il diritto di ricomprare la quota detenuta dalla società. La nuova intesa prevede però una serie di “check point” da onorare nell’arco dei dodici anni. In caso di revoca, Fincantieri potrà obbligare lo Stato francese a comprare tutta la sua quota a prezzo di mercato.

Ancor più importante sarà il discorso sul comparto militare, l’altro grande nodo dell’accordo. Dovrebbe essere presto costituito un “gruppo di lavoro” per definire il percorso che porterà all’integrazione anche in questo settore sensibile entro giugno 2018. Il primo passo del riassetto potrebbe passare per uno scambio azionario tra Fincantieri e Naval Group sul rispettivo 10% del capitale, con l’inclusione successiva anche di Leonardo e Thales come fornitori e azionisti.

L’accordo è «ottimo e molto positivo», sono le parole del premier Paolo Gentiloni da Lione. L’intesa «consente al socio industriale di gestire e alla Francia, come è giusto che sia, di avere delle garanzie sul piano del lavoro e delle tecnologie. È solo un primo passo di un ambizioso progetto che è quello di creare un grande player mondiale dell’industria civile e militare. Il gruppo di lavoro lavorerà otto mesi, ma il percorso inizia e se si concluderà positivamente creerà una grande novità nell’industria navale globale».