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Start up, nel 2018 hanno attirato oltre 600 milioni di investimenti

Si tratta di un aumento del 157% rispetto al 2017. In crescita anche gli investitori internazionali. Ma le performance degli Usa sono ancora lontane

L’Italia delle start up cresce. Secondo i dati che ScaleIt – la piattaforma che mette in collegamento le società con gli investitori – ha raccolto sulle operazioni di Venture capital (VC) effettuate nel nostro Paese, infatti, nel 2018 si è registrato un vero e proprio boom di investimenti di questo tipo su imprese italiane, intese sia come società che hanno il proprio quartier generale nella Penisola sia come società che sono state fondate da italiani e che, pur avendo la propria base fuori dai confini nazionali, hanno da noi una sede operativa rilevante. Nel dettaglio, lo scorso anno gli investimenti di VC riservati ad aziende italiane hanno raggiunto quota 603 milioni, il 157% in più rispetto ai 235 del 2017. Il tutto a fronte di una crescita molto più limitata del numero di operazioni, passate da 276 a 288. Ciò significa che i singoli deal stanno aumentando di valore. Siamo però ancora lontani da altri Paesi europei e dagli Stati Uniti. “Gli investimenti sono in forte crescita rispetto al passato, ma sono ancora in ritardo rispetto ai principali mercati europei. Però il ritardo, per la prima volta nell’ultimo quinquennio, si è ridotto invece di aumentare. Siamo poco meno della metà della Spagna (1,4 miliardi) mentre l’anno prima avevamo un mercato a un quinto delle dimensioni di quello iberico; o ancora, siamo un settimo di quello della Germania (4,4 miliardi), che prima era 14 volte più grande” ha commentato il fondatore di SaleIt, Lorenzo Franchini.

Quali sono le start up italiane più attive

L’altra buona notizia è che insieme agli investimenti concessi alle start up italiane sono cresciuti anche gli investitori stranieri: lo scorso anno gli attori internazionali hanno partecipato a 27 operazioni sopra i 200 mila euro di investimento (+59% rispetto alle 17 del 2017) per un ammontare totale di 333 milioni, il triplo dei 107 registrati nel 2017. Si tratta nella maggior parte dei casi società già internazionali, che non puntano solo sull’Italia.Gli investitori più attivi? Sicuramente Prima Assicurazioni, la prima compagnia tech italiana a siglare un accordo da 100 milioni di euro con investitori Usa, come Goldman Sachs e Blackston. Molto bene anche Moneyfarm, società di gestione dei patrimoni, che ha richiamato l’interesse di un pool di investitori, riuscendo ad aggiudicarsi 46 milioni di dollari. Subito dietro il biotech di Erydel con 26,5 milioni di euro.