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Spending review, il governo ci riprova con due commissari. Ma mancano 4 miliardi

Yoram Gutgeld e Roberto Perotti a caccia delle risorse dopo il fallimento di Cottarelli: primi effetti nel 2016, ma per ora ci sono 6 miliardi sui 10 previsti

Spending review, capitolo 2. Due come gli uomini che hanno raccolto, a titolo gratuito, gli sforzi di Carlo Cottarelli, per tentare di portare a termine l’impresa del risparmio pubblico. Devono trovare 10 miliardi, ma per ora ne hanno scovati solo sei da tagliare per il bilancio 2016. I due eroi solitari sono Yoram Gutgeld e Roberto Perotti. Il primo, 55 anni, è il nuovo commissario di governo alla revisione della spesa da fine marzo: ex manager di McKinsey, è stato eletto alla Camera con il Pd ed è consigliere di Palazzo Chigi. A supportarlo è il 54enne Perotti, dottorato al Massachusetts Institute of Technology dove ha condiviso la formazione con Mario Draghi, che si divide tra la Bocconi e il suo ruolo di consigliere del premier.

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Per evitare l’innalzamento dell’Iva servono 10 miliardi. Da scovare anche con sacrifici pesanti visto che i tagli più semplici non bastano a raggiungere tale cifre: al momento nel salvadanaio virtuale ce ne sono appena sei. Si vogliono eliminare un gran numero di deduzioni e detrazioni fiscali; ridurre i sussidi alle imprese; limare la spesa sanitaria anche sul 2016; intervenire sul trasporto pubblico locale e ferrovie: cancellare i falsi invalidi; riassorbire il Corpo Forestale. Tra le proposte più interessanti quella del Federal Building, il modello che racchiude tutti gli uffici statali nei capoluoghi e riduce gli spazi da 40 a 25 mq per dipendente pubblico. Per quanto riguarda direttamente la Pa, andranno concentrati gli acquisti di beni e servizi in 35 grandi centrali appaltanti e tagliare le municipalizzate.

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Yoram Gutgeld è il nuovo commissario alla revisione della spesa con il supporto di Roberto Perotti