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Risparmi, chi sceglie il conto corrente perde fino all’80% in cinque anni

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Tenere i propri risparmi fermi sul conto corrente? Molti italiani lo fanno, ma non è una buona idea. Anzi. Fra inflazione e spese, infatti, si rischia che il proprio gruzzoletto diminuisca pericolosamente. Secondo un’indagine de l’Economia del Corriere, 10mila euro parcheggiati nelle banche tradizionali, dopo cinque anni possono ridursi fino al -18%, diventando di fatto 8.161 euro. E più le cifre sono basse e più la perdita cresce: con un’inflazione al 2% (obiettivo della Bce), 1.000 euro possono perdere fino all’80% in cinque anni, precipitando a 180 euro (senza considerare l’imposta di bollo). In tutti i casi, poi, non bisogna dimenticare che scegliendo questa soluzione invece di una qualsiasi forma di investimento, si rinuncia ai possibili interessi: dall’1,1% al 4,2% in relazione al profilo di rischio e alla durata. Del resto, un conto corrente tradizionale costa in media 145 euro all’anno, a cui va aggiunta l’imposta di bollo di 34,20 euro se le giacenze medie annue sono superiori a 5mila, e la perdita di potere d’acquisto. È vero che con un costo della vita più basso, la “perdita” complessiva è più bassa, ma rimane comunque importante: con il valore medio del 2019, ossia lo 0,8%, il calo rimane comunque del 13% per 10mila euro e del 76% per 1.000 euro.

Sul conto corrente i propri risparmi vanno in fumo

La situazione è un po’ meno drammatica per il profilo giovani (non è inclusa la carta di credito): dopo cinque anni, 10mila euro possono arrivare a perdere il 15% (8.481,31 euro), mentre 1.000 il 50%. Se proprio non si vogliono investire i propri risparmi in soluzioni più intelligenti, è bene perlomeno scegliere i conti online, che costano in media 25 euro all’anno: con un’inflazione al 2%, si perderebbe il 12% in cinque anni su 10mila euro e il 18% su 1.000 euro, mentre con un costo della vita allo 0,8% la riduzione di valore si attesterebbe tra il 6-7% (tra il 12 e il 16% su 1.000 euro).

Nonostante il conto corrente non sia la scelta più conveniente, secondo gli ultimi dati di Banca d’Italia, negli istituti di credito sono parcheggiati ben 1.371 miliardi di euro: una cifra che in cinque anni, secondo i calcoli del Corriere, perderebbero, soltanto in termini di potere di acquisto, tra i 54 (con inflazione allo 0,8%) e i 129 miliardi (con inflazione al 2%).