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Inps: da gennaio reddito di inclusione per oltre 1 milione di persone

Se il 30% degli assegni è stato staccato a favore delle regioni del nord, il 69% è andato alle regioni del sud

Sono più di un milione le persone che, da gennaio a settembre 2018, hanno ricevuto sussidi economici dallo Stato. A rivelarlo i dati dell’Osservatorio Inps sul monitoraggio Reddito di inclusione (Rei), lo strumento di contrasto alla povertà introdotto dal governo Gentiloni. La maggioranza dei beneficiari risiede nel Meridione: se il 30% degli assegni è stato staccato a favore delle regioni del nord, il 69% è andato alle regioni del sud (dove abita il 72% dei soggetti beneficiari). In particolare, due le regioni che hanno avuto bisogno di questi aiuti: Campania e Sicilia, che ospitano il 47% dei nuclei famigliari (che rappresentano oltre il 51% delle persone coinvolte) che hanno goduto dei Rei. Seguono Calabria, Puglia e Lazio, ma anche Lombardia, che inglobano il 28% delle famiglie e il 27% dei soggetti coinvolti. Solo il 10% dei nuclei aiutati con questa misura risulta extracomunitario.

Oggi il reddito di inclusione si rivolge a tutti

Nel periodo considerato l’importo mensile del reddito di inclusione è stato diverso, oltre che da caso a caso, anche da zona a zona: si va dai 239 euro della Valle d’Aosta ai 336 euro della Campania, per una media mensile di 305 euro.Rispetto a giugno, a luglio i nuclei beneficiari sono aumentati del 76%, mentre nel periodo luglio-settembre i nuovi richiedenti sono 101mila. Come mai? Semplicemente perché sono stati modificati i requisiti di accesso alla misura: dal primo di luglio sono stati aboliti i parametri familiari, come presenza di un minorenne, di una persona disabile, di una donna in gravidanza, di un disoccupato ultra 55enne. Lo strumento ora si rivolge a tutti, anche ai single. E, infatti, a godere del Rei sono soprattutto nuclei familiari con un solo componente, pari al 41%.