Connettiti con noi

Business

L’oro nero non è così caro: ecco dove si decide la quotazione del petrolio

È una risorsa fondamentale ma il suo valore è decisamente ballerino. È il simbolo del potere dei Paesi arabi ma quello quotato in Borsa non è estratto in Medio Oriente

Qual è oggi la quotazione del petrolio? Questa domanda, apparentemente oziosa e irrilevante, se la pongono molte più persone di quanto non si creda. Se questo combustibile è comunemente definito “oro nero”, una ragione ci sarà. È infatti una sostanza fondamentale per l’economia mondiale, visto che è a partire da questa che vengono prodotti benzina, gasolio, nafta, cherosene, lubrificanti e bitumi, ed è per questo che il suo valore e le sue oscillazioni siano così importanti.

Brent, il petrolio europeo

Qualunque motore per funzionare ha bisogno del petrolio, e quindi ne ha bisogno anche qualsiasi Paese industrializzato. È una risorsa tanto preziosa che è spesso stato al centro di trame geopolitiche complesse, causa scatenante di guerre che spesso avevano tutt’altra giustificazione. Abitualmente, quando si pensa al petrolio lo si associa ai Paesi del Medio Oriente che sono tra i principali esportatori di oro nero, Arabia Saudita in testa ma non è lì che sono estratte le tipologie principali di petrolio e non è lì quindi che si fa il prezzo.

La prima tipologia è il cosiddetto Brent, dal nome di un giacimento situato nel Mare del Nord, al largo delle coste scozzesi e scoperto negli anni Settanta. Oggi questa denominazione viene utilizzata per indicare il petrolio estratto in una ventina di campi petroliferi diversi, tutti comunque situati nel Mare del Nord. Ancora più semplicemente, il Brent indica il petrolio europeo.

L’altra tipologia, il petrolio texano

Poi c’è quello WTI, acronimo che sta per West Texas Intermediate, e come si può intuire dal nome è invece americano. Gli esperti ritengono quest’ultimo un petrolio di qualità superiore. Entrambi sono quotati al NYMEX (New York Mercantile Exchange) e all’Intercontinental Exchange di Atlanta. Il prezzo è riferito alla principale unità di misura del petrolio, il barile, che equivale a 149 litri. L’incontro tra domanda e offerta su questi mercati determina il prezzo. Giovedì 15 febbraio, un barile di Brent valeva quasi 64 dollari, uno di WTI 60.