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Business

Più libertà meno crisi

È quanto propongono le Pmi per superare la difficile congiuntura economica, secondo l’edizione 2009 del rapporto sussidiarietà e piccole e medie imprese, realizzato dalla fondazione per la sussidiarietà

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Cosa chiedono le piccole e medie imprese per superare la crisi? Più libertà e meno burocrazia, un rapporto tra imprenditori e lavoratori che sia improntato alla collaborazione piuttosto che alla lotta sindacale e l’alleanza tra le imprese. È quanto afferma l’edizione 2009 del rapporto Sussidiarietà e piccole e medie imprese, realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà ed effettuato su un campione di 1.600 aziende distribuite su tutto il territorio nazionale e suddivise tra un 80% di piccole e un 20% di medie imprese. In particolare, le esigenze sono ben definite: il 54,5% delle piccole e medie imprese vuole una maggiore semplificazione amministrativa e fiscale per favorire lo sviluppo e il 53% chiede un maggiore decentramento. Per l’85% delle organizzazioni il sistema economico non è sufficientemente liberalizzato tanto da auspicare una maggiore eguaglianza nell’accesso al mercato. Sul fronte della contrattualistica, il 36% del campione analizzato richiede la stipula di accordi salariali decentrati. Nella convinzione che il personale sia il vero tesoro dell’azienda, il 43% delle Pmi si dice disponibile a investire in risorse umane a condizione che questo serva ad aumentare il profitto e, in ottica di confronto, il 73% degli intervistati si dichiara molto aperto al dialogo con dipendenti e collaboratori. Sul fatto che la valorizzazione delle risorse umane debba avvenire con risorse interne anziché con il sostegno fiscale è abbastanza d’accordo il 57% degli intervistati. Le Pmi sono anche disponibili a collaborare con i propri competitor nel caso in cui ciò fosse necessario. Il 32% delle Pmi, soprattutto di quelle localizzate nel Nord est dell’Italia, vorrebbe condividere anche con i concorrenti l’attività di ricerca e sviluppo. È significativa anche la percentuale di aziende favorevoli a intensificare il rapporto con i propri clienti(69%), intesi come patrimonio fondamentale di informazioni, e con i propri fornitori (53%).Ma l’indagine Sussidiarietà e piccole e medie imprese va anche oltre, analizzando le maggiori criticità che caratterizzano le Pmi italiane. Tra queste figura la dimensione del fatturato, che per il 50% delle aziende non supera i 2 milioni di euro, l’internazionalizzazione (nel 79% dei casi il giro d’affari realizzato all’estero è nullo), una sostanziale difficoltà nel rapportarsi con le istituzioni, l’assenza di investimento in ricerca e sviluppo (nel 39% delle situazioni) e infine la resistenza a investire in formazione, tanto che il 29% delle realtà oggetto di indagine non spende nulla nel training proprio e dei propri dipendenti.

Un po’ di numeri

54,5%

Le Pmi che vogliono una maggiore semplificazione amministrativa e fiscale per favorire lo sviluppo

53%

Le Pmi che chiedono un maggiore decentramento

85%

Organizzazioni che lamentano l’insufficiente liberalizzazione del sistema economico

36%

Organizzazioni che chiedono una contrattazione salariale decentrata