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Mercato immobiliare, dal 2017 ricomincia la ripresa

Secondo le proiezioni di Nomisma il 2015 chiuderà ancora in rosso; aumentano i mutui concessi alle famiglie

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Gli studi dell’Osservatorio immobiliare di Nomisma hanno confermato i sospetti: anche quest’anno il mercato degli edifici non riuscirà ad uscire dalla recessione, e chiuderà in rosso. Ma i segni positivi ci sono, e si cominceranno a vedere a partire dal prossimo anno; una vera ripresa è invece prevista per il 2017.

I NUMERI DELL’IMMOBILIARE. Il 2015 chiuderà con i prezzi delle case in calo del 2,8%, in linea con il trend negativo degli ultimi anni: la quota delle compravendite sfiorerà le 440 mila. Una situazione analoga è prevista per il 2016, dove un aumento dello 0,1% nei prezzi e l’aumento delle transazioni non basterà a emancipare il mercato dalla crisi che l’ha colpito. Come detto, l’anno del riscatto potrebbe essere il 2017, dato che è previsto un aumento delle cifre di vendita degli edifici e un progressivo aumentare dei volumi di commercio, fino ad almeno quota 500 mila. Una crescita che, però, secondo gli analisti, rischia di soffrire della sua debolezza. Il mercato immobiliare è infatti in prevalenza sostenuto da investitori esteri: la stagnazione delle richieste “domestiche” potrebbe creare pericolose problematiche derivate dall’eccesso di offerta rispetto alla domanda.

MUTUI IN AUMENTO. Nomisma ha puntato il suo occhio anche sul fronte bancario: crescono, infatti, le erogazioni di mutui (ma non nelle misure indicate dalle istituzioni, che dimostrano un eccessivo ottimismo). È stato pari a 17,3 miliardi di euro (+53% rispetto al semestre luglio-dicembre 20164, +34% per il precedente) il capitale complessivo erogato nella forma di mutuo alle famiglie nei primi mesi del 2015; dovrebbe arrivare ai 21 miliardi alla fine di quest’anno, inseguendo (senza per ora colmarla) la distanza dalle quote precedenti al crollo di mercato del 2012. Aumentano però anche le surroghe, passando dal 7,5% del 2014 all’attuale 26%; diminuiscono inoltre, a fronte di un aumento del mercato residenziale pari al 6%, le compravendite che non fanno ricorso al credito: sono scese al di sotto del 45% del totale.