
La manifattura italiana va alla riscossa. Il fatturato dell’industria manifatturiera tricolore crescerà del 2,3%, secondo il Rapporto analisi dei settori industriali di Prometeia e Intesa Sanpaolo. Merito della ripresa della domanda interna, delle esportazioni, degli investimenti, dei contenuti di alta tecnologia, dei bassi tassi d’interesse e degli incentivi governativi. Il rapporto avverte, però, anche che quasi un quarto delle imprese manifatturiere italiane (il 23,8%) rischiano di risultare insolventi.
Manifattura italiana alla riscossa
L’industria manifatturiera è «il settore trainante» dell’attuale crescita economica in Italia, come ha ricordato Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo. Merito anche della politica fiscale espansiva e del clima di fiducia crescente che hanno contribuito a portare il tasso di utilizzo degli impianti «vicino all’80%», «sostanzialmente ai livelli di saturazione, che non vedevamo da anni», aggiunge Prometeia.
I settori di successo
Quali sono i settori trainanti? Innanzitutto l’industria meccanica che crescerà più o meno al 3% fino al 2019. In particolare, c'è da sottolineare il peso della meccatronica, grazie anche agli investimenti in alta tecnologia. «Proseguirà anche nei prossimi anni la ricomposizione del manifatturiero italiano verso i comparti a maggiore contenuto tecnologico»., aggiunge in proposito il rapporto. Seguono l’industria automobilistica, la farmaceutica, quella dei beni di largo consumo (in particolare i prodotti cosmetici) e l’elettrotecnica. Positiva sarà anche l’evoluzione dell’industria alimentare, così come tutto il cosiddetto made in Italy (articoli di moda e arredamento), grazie al ritorno delle vendite in Russia. Freneranno invece beni intermedi, edilizia, metallurgia.
Accanto alla crescita generale del fatturato, la manifattura migliora anche nei dati finanziari e nella redditività. Ilaria Sangalli, di Intesa Sanpaolo, ha citato un «maggior equilibrio» finanziario delle nostre aziende manifatturiere, «derivante dal deleveraging, complice una spinta alla patrimonializzazione». Il debito aziendale nel comparto della manifattura è diventato «più sostenibile», ha aggiunto.
Manifattura italiana: non mancano le debolezze
Nella manifattura italiana «rimangono elementi (minoritari) di debolezza strutturale» e perfino «sacche di difficoltà». Su un campione di quasi 51 mila imprese esaminate tra il 2012 e il 2015, il 10,2% «è uscito dall’area di criticità». Ma una su quattro resta in difficoltà. Quindi solo la metà delle aziende è stabilmente fuori dalle difficoltà, perché i livelli pre-crisi restano lontani.