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Tra i 20 colossi industriali italiani, appena 5 sono “italiani”

Otto gruppi statali e sette stranieri occupano la maggior parte della Top 20 del rapporto “Le principali società italiane 2017” dell’Ufficio studi di Mediobanca. Enel si riprende la vetta dopo l’addio di Exor all’Italia

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Tra le 20 maggiori aziende italiane, appena 5 sono «di italiani». Nella top 20 del rapporto Le principali società italiane 2017 dell’Ufficio studi di Mediobanca, ci sono infatti ette società pubbliche e otto a controllo estero. Solo una su quattro è dunque in mano ad azionisti privati di casa nostra.

Maggiori aziende italiane, appena 5 sono private

Le otto società a controllo estero sono Prysmian, Telecom, Edison, Esso, Kuwait Petroleum Italia, Parmalat, Ge Italia e Vodafone. Le sette a controllo pubblico Enel, Eni, Gse, Leonardo, Saipem, Poste Italiane e Ferrovie dello Stato. La classifica è guidata da Enel (69,1 miliardi di ricavi), che diventa il primo gruppo industriale italiano dopo due anni di supremazia di Exor (2014 e 2015), uscita dalla graduatoria perché trasferitasi in Olanda, e undici di primato dell’Eni (dal 2003 al 2013). In seconda posizione proprio Eni (55,8 miliardi), che ha pagato il calo del prezzo del petrolio, seguita da Gse (società pubblica che svolge attività di compravendita di energia elettrica, 29,3 miliardi), Fca Italy (26,2), Telecom Italia (18,7), Leonardo (12), Edizione (11,7), Edison (10,2), Saipem (10), Luxottica (9,1), Poste Italiane (8,7), Ferrovie dello Stato (7,9), Esso Italiana (7,6), Prysmian (7,6), Supermarkets Italiani, cioè Esselunga (7,5), Saras (6,8), Kuwait Petroleum Italia (6,5), Parmalat (6,5), Ge Italia (6,4) e Vodafone Italia (6,2), che “soffia” il 20esimo posto a Pirelli.

I grandi esclusi per questione tecniche

Il quadro manifatturiero tracciato da Mediobanca è completato da alcuni gruppi che, pur riconducibili a proprietà italiana, non sono compresi nella classifica perché non redigono un bilancio consolidato in Italia. Tra questi si segnalano il gruppo Techint, che con 14,4 miliardi sarebbe il sesto gruppo italiano per fatturato alle spalle di Telecom, StMicroelectronics (6,6 miliardi), che sarebbe 17esima, e il gruppo Ferrero, che con 10,3 miliardi sarebbe ottavo e primo gruppo alimentare a controllo italiano. D’altra parte, le attività italiane aggregate del gruppo Lactalis valgono 7,7 miliardi (13esimo posto), cifra analoga a quella dell’impero della grande distribuzione della famiglia francese Mulliez (Auchan, Simply, Decathlon, Leroy Merlin, Bricocenter, Bricoman, Norauto, Kiabi e Pimkie). Dall’aggregato delle maggiori cooperative a marchio Coop, emergerebbe poi un gruppo da 11,2 miliardi, che sarebbe ottavo in Italia.

Enel guida anche nei debiti

Quanto alla classifica dei gruppi industriali per debiti finanziari al primo posto c’è sempre Enel, seguita da Telecom Italia, Eni, Edizione e Wind Tre. Sul fronte degli utili 2016 guida ancora Enel, seguita da Telecom, Snam, Luxottica e Fs. Sul fronte dei singoli settori, nell’Auto Fca Italy è seguita da Volkswagen Italia, Maserati, Mercedes, Ferrari e Renault, nella Moda Luxottica si mette alle spalle Prada, Giorgio Armani e Calzedonia (ma se Gucci redigesse un bilancio consolidato sarebbe al secondo posto).Passando alle assicurazioni, la classifica per totale premi lordi vede primeggiare Generali, seguita da Poste Vita, Unipol, Intesa Sanpaolo Vita, Allianz e Cattolica, mentre per le holding di partecipazioni al primo posto per investimenti finanziari totali si ritrova Enel, con alle spalle Fs, Atlantia, Unipol e Ge Italia.

Per quanto riguarda la banche, la classifica per totale attivo è guidata da UniCredit (856,3 miliardi), seguita da Intesa Sanpaolo (717,7 miliardi), Cdp (357,7), Mps (152,8) e Banco Popolare (115,7 miliardi). Intesa, da parte sua, è regina per utili, pari a 3,1 miliardi nel 2016 e a 5,85 miliardi nel biennio 2015-2016. Sempre considerando il risultato netto, negli ultimi due anni alle spalle di Intesa si piazzano Cdp (2,56 miliardi) e Mediobanca (1,19), mentre le perdite maggiori sono state accusate da UniCredit (-10,1 miliardi), Popolare Vicenza (-3,3 miliardi), Mps (-2,85), Veneto Banca (-2,4) e Banco Popolare (-1,3).

Le aziende italiane con più dipendenti

Il rapporto analizza le aziende anche dal punto di vista dei dipendenti e in particolare di dipendenti italiani. Da questa prospettiva Poste Italiane è il primo datore di lavoro del nostro paese con 141.246 dipendenti tutti sul territorio nazionale. Al secondo posto si piazza Exor, con circa 80 mila dipendenti in Italia sui 303.500 complessivi, seguita dalle Ferrovie dello Stato (70.180 dipendenti). Telecom Italia è quarta con 51.125 (61.229 i dipendenti totali in tutto il mondo), davanti a Enel con 32mila (62.080) e a Leonardo. In classifica vengono poi Supermarkets Italiani (Esselunga) con 22.741 dipendenti tutti in Italia, Coop Alleanza 3.0 con 22.480, Edizione con 22.470 (il 65% dei 64.192 dipendenti è all’estero) ed Eni con 20.910 (33.536 i dipendenti in tutto il mondo).