Connettiti con noi

Business

La metà dei trentenni vive ancora con la paghetta

Un tempo un trentenne era, a tutti gli effetti, considerato un adulto. Nella quasi totalità dei casi aveva lasciato da tempo la casa dei genitori per formarsi la propria famiglia. Oggi alla stessa età si è ancora ampiamente inseriti nella categoria dei giovani. Giovani tacciati di essere bamboccioni, dei “choosy”, così come ebbe modo di apostrafarli l’ex ministro Elsa Fornero, e «di stare troppo bene a casa dei genitori» così come ha affermato, chissà con quale cognizione di causa, il giovane presidente della Fiat, John Elkann. La sconfortante verità è che, al di là di definizioni e polemiche, più della metà dei trentenni italiani nel 2014 vive con la paghetta dei genitori, ben il 51% e un ulteriore 3% si appoggia invece ai dei nonni o ad altri parenti. È quanto emerge dalla prima analisi Coldiretti/Ixè su “Crisi: i giovani italiani e il lavoro nel 2014”, condotta sui ragazzi di età compresa tra i 30 ed i 34 anni. Ricerca che evidenzia come ben il 75% dei giovani italiani viva ancora nella casa dei genitori, dove cerca però di rendersi utile, tanto che il 76% fa la spesa, il 73% cucina e il 60% fa piccole riparazioni. Ma essere costretti a 30 anni ad appoggiarsi ai genitori non sembra essere una scelta di comodo, bensì una necessità. Secondo la stessa ricerca infatti un giovane su quattro si dichiara pronto ad accettare un posto da spazzino, il 27% entrerebbe in un call center e il 36%, pur di lavorare, farebbe volentieri il pony express.