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La Banca Mondiale promuove l'Italia e le riforme del governo. Nella classifica Doing Business 2016 , il Belpaese guadagna 11 posizioni e sale al 45esimo posto. Al primo posto si conferma Singapore, seguito da Nuova Zelanda e Danimarca. «I dati rappresentano un ottimo risultato per il nostro Paese. Abbiamo dunque intrapreso la strada giusta. Occorre continuare a lavorare in questa direzione con l'obiettivo di arrivare tra le prime venti posizioni al mondo», esulta il viceministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda.
In particolare applausi al Jobs Act, che ha semplificato la normativa sul lavoro. Ma il problema per la crescita delle aziende resta la lentezza della giustizia: i tempi per risolvere dispute commerciali nei tribunali erano di 1.210 giorni nel 2013, tre volte di più che Germania o RegnoUnito. «Forse non sorprende per questo che le aziende in Italia sono il 40% più piccole rispetto ad altri Paesi europei» afferma la Banca Mondiale, «dimezzare la durata dei procedimenti civili nei tribunali italiani si tradurrebbe in un aumento medio della taglia delle aziende dell'8-12%».
«Una economia moderna non può funzionare senza regole ma allo stesso tempo non può essere appesantita da una regolamentazione debole e difficile», conclude il capo economista della Banca Mondiale, Kaushik Basu. I dati della Banca Mondiale mostrano come nel 2003 nel mondo ci volevano in media 51 giorni per avviare una nuova imprese. I tempi oggi si sono dimezzati a 20 giorni, l'uso di Internet risulta positivo, soprattutto favorendo un più facile dialogo fra gli imprenditori e le autorità.