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Il flop di Srl semplificate e a capitale ridotto

A circa un anno dalla loro introduzione, il 60% è inattiva e solo una su dieci dichiara di avere personale. Fisco e burocrazia restano un freno per lo sviluppo delle imprese

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Le Srl semplificate e a capitale ridotto, le “famose” imprese costituite anche con solo un euro e che avrebbero dovuto dare slancio all’imprenditoria e all’occupazione in Italia, restano al palo. L’azzeramento delle spese per il lavoro del notaio è servito a ben poco: a poco più di un anno dall’introduzione delle nuove tipologie di S.r.l. ben il 60% delle 12.973 nuove società iscritte nel registro delle imprese al 31 maggio 2013 era inattivo; di queste il 45% è stato costituito con meno di 500 euro di capitale sociale e, al 31 marzo 2013, solo il 10% dichiarava di avere personale. Numeri, evidenziati dal rapporto dell’Associazione sindacale dei notai della Lombardia, non certo adeguati ai propositi di rilancio di economia e occupazione. “Al di là della gratuità dell’intervento del notaio non sono al momento previste altre agevolazioni nella filiera – commenta Enrico Sironi, Consigliere nazionale del Notariato – Gli imprenditori restano soffocati da tempi autorizzativi decisamente superiori agli standard europei, da fisco e oneri contributivi eccezionalmente alti e da fonti di finanziamento molto ridotte. Occorre migliorare gli strumenti a disposizione e siamo pronti come interlocutore tecnico a contribuire alla soluzione dei problemi – aggiunge Sironi – in un percorso di collaborazione con il decisore politico nel comune interesse del Paese”.

I DATI NEL DETTAGLIOLa distribuzione (dati Infocamere, al 31 maggio 2013) delle nuove Srl risulta in larga misura concentrata nel Meridione: 5.607 nuove imprese pari al 43% del totale. Segue il Centro con 3.417 nuove società corrispondente al 26% del totale. Il resto si divide quasi equamente tra Nordest e Nordovest, con una leggera prevalenza di queste ultime. Le prime 10 Province nella graduatoria delle Srls e Srlcr assorbono il 40% circa del totale. Roma, Napoli e Milano ovviamente sono in testa insieme a Latina, Napoli, Salerno, Bari, Caserta, Catania e Cosenza. A livello regionale, in 4 regioni – Lombardia, Lazio e Campania e Sicilia – si concentrano la metà delle nuove srl registrate.I dati relativi all’inattività (al 31 maggio 2013) raccontano che sei imprese su dieci non operano ancora sul mercato (il 60% sul totale) ed è ragionevole sollevare il dubbio che molte società siano scatole vuole che stentano a partire anche a causa della bassa capitalizzazione delle stesse e della conseguente difficoltà a trovare finanziamenti sul mercato del credito. Quanto alla capitalizzazione, (al 30 aprile 2013), le società costituite con 1 euro di capitale sociale sono il 17% del totale, il 45% delle nuove Srl è stato costituito con meno di 500 euro di capitale sociale, il 19% delle società ha un capitale sociale compreso tra i 500 ed i 900 euro. Poco più di un quinto ha un capitale sociale oltre 1.000 euro.Altro parametro critico relativo alle nuove Srl, sottolinea l’associazione dei notai, è costituito dalla dimensione media delle imprese in termini occupazionali. Stando infatti ai dati disponibili più recenti (al 31 marzo 2013) ben il 90% circa delle imprese registrate non aveva addetti: ossia 9 imprese su 10. Escludendo la classe “zero addetti”, il 5,5% delle imprese ha un addetto e il 3,8 % denuncia un numero di addetti compreso tra 2 e 5. Sono otto le Regioni nelle quali più del 90%delle imprese denunciano zero addetti: Campania e Basilicata con 93,8%; Sicilia con 92,6%; Abruzzo con 92,2%; Puglia e Calabria con 91,8%; e Sardegna con 91%. Solo una al centro: il Lazio con 93,1%.Il commercio, soprattutto al dettaglio, e le costruzioni, essenzialmente nelle attività di finitura degli edifici (impiantistica, verniciatura, manutenzione e riparazione) sono i settori di attività maggiormente battuti da queste dalle nuove Srl, che sfiorano il 50% del totale. Seguono le attività nel settore della ristorazione con l’8% – 10% rispettivamente di Srlcr e di Srls e infine le attività di consulenza e professionali come quelle di direzione aziendale, gestionali ed informatiche, con l’11% – 12% per entrambe le forme giuridiche.