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I saldi invernali? Un vero flop

La sentenza dall’Osservatorio acquisti CartaSi. Molto male l’abbigliamento, si salvano gli articoli sportivi. La Sardegna la regione con i cali più consistenti, la Toscana quella meno colpita dalla crisi

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Tanto attesi, dovevano salvare la stagione, invece si sono rivelati un flop. I saldi invernali, cominciati nei primi giorni dell’anno, non sono serviti ai commercianti per recuperare le vendite fiacche registrate durante tutta la stagione. La sentenza arriva dall’Osservatorio acquisti CartaSi che analizza le spese effettuate con carte bancarie italiane di credito e debito internazionale sul periodo dei saldi, aggiornato al 23 gennaio. Se le vendite generali si sono mantenute stabili, sui livelli del 2010 sia per quanto riguarda il valore (0,5%) sia il numero (+0,0%), il paniere “Saldi” mostra, invece, un trend negativo. I valori, infatti, registrano cali del 4,5%, mentre il numero di acquisti diminuisce del 4,1%. A determinare la performance negativa soprattutto il restringimento del numero di acquirenti, scesi di quasi il 4% rispetto al 2010.

Tra le voci più colpite l’abbigliamentoNon tutte le categorie merceologiche soggette ai saldi hanno sofferto in egual misura. A registrare la performance più negativa la voce abbigliamento (da sola costituisce il 63% dei volumi del paniere saldi) che registra un calo del 6,2% dei valori di spesa, in flessione sia il numero di acquirenti (-5,1%) sia del numero di acquisti per titolare spendente (-0,9%). Male anche gli elettrodomestici (-8,7% il valore, -9,2% il numero di acquisti), l’arredamento (in flessione rispettivamente del 4,8% e del 3,4%) e gli articoli di profumeria (-3,5% e -1,2%). In controtendenza appaiono invece articoli sportivi (+5,1% e +10,2%), cine/foto ottica (+4,3% e +7,2%), grande distribuzione non alimentare (+3,2% e +0,5%) e casalinghi (+2,4% e +4,9%).

I risultati dei saldi regione per regioneI cali più forti si sono registrati in Sardegna (-8,5% per i saldi in generale e -11,6% per l’abbigliamento), seguita da Marche (rispettivamente -8,3% e -9,9%), Valle D’Aosta (-7,5% e -8,8%), Puglia (-7,1% e -9,2%), Umbria (-6,5% e -8,9%), Liguria (-6,1%, -4,9%), Lazio (-6%, -7,7%), Campania (-5,6%, -6%), Piemonte (-5,4%, -7,3%) e Lombardia (-5,2%, -7,3%). Unica regione in crescita risulta la Toscana (+0,2%), ma l’abbigliamento non si salva neanche qui (-1,6%).