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Business

I rischi più temuti per le aziende nel 2017

I risultati dell’Allianz Risk Barometer: crescono sempre di più gli effetti dei danni immateriali, delle incertezze del mercato e dell’instabilità politica. Alta l’attenzione per i rischi informatici

Interruzioni di attività, cambiamenti nei mercati e catastrofi naturali. Sono questi i principali rischi temuti dalle aziende italiane evidenziati nell’ultimo Allianz Risk Barometer, il 6° sondaggio realizzato da Allianz Global Corporate & Specialty SE (AGCS) che analizza i pericoli aziendali in 55 Paesi nel mondo. L’interruzione dell’attività (Business Interruption) rimane anche all’estero il rischio principale per il quinto anno consecutivo, soprattutto perché – si spiega nel report di Allianz – può provocare perdite di reddito significative, ma anche perché emergono nuove cause scatenanti, quali i danni immateriali o i rischi intangibili, come gli attacchi informatici e l’interruzione delle attività dovuta a instabilità politiche, scioperi o attacchi terroristici. Questa tendenza è guidata in parte dalla crescita dell’“Internet delle cose” (Internet of Things, IoT) e dalla sempre maggiore inter-connettività delle macchine, delle aziende e delle loro supply chain, che può facilmente moltiplicare le perdite in caso di incidente. Le aziende si trovano anche di fronte a potenziali perdite finanziarie derivanti dal continuo mutamento dello scenario politico (Brexit, Elezioni Usa, imminenti elezioni UE, etc.) che generano paure di un maggiore protezionismo e di un processo di anti-globalizzazione.

L’INFOGRAFICA

LA RICERCA

COME AFFRONTARE I CAMBIAMENTI DEL MERCATO. Evoluzioni e volatilità del mercato (31% delle risposte a livello globale e 30% in Italia) è il secondo più importante rischio aziendale del 2017 e la preoccupazione principale nei settori dell’aviazione/difesa, dei servizi finanziari, del marittimo e dei trasporti, così come in tutta l’Africa e il Medio Oriente in generale. Per anticipare eventuali modifiche normative improvvise che potrebbero influire sui mercati, le aziende nel 2017 dovranno investire più risorse in un miglior monitoraggio della politica e della definizione delle politiche mondiali. Secondo Euler Hermes, assicuratore del credito commerciale e società del Gruppo Allianz, dal 2014 sono state introdotte a livello mondiale 600-700 nuove barriere commerciali all’anno.

MINACCE INFORMATICHE. Nel contempo, la crescente dipendenza dalla tecnologia e dall’automazione trasforma e condiziona le aziende in tutti i settori industriali. Infatti, se è vero che la digitalizzazione assicura nuove opportunità alle imprese, è vero anche che essa trasforma la natura dei beni aziendali da fisica a sempre più immateriale, portando con sé nuovi rischi, primi fra tutti quelli informatici (30% delle risposte). A livello mondiale, le minacce informatiche si posizionano al 3° posto, mentre salgono al 2° nelle Americhe e in Europa, per diventare il rischio n°1 in Germania, Regno Unito e nei Paesi Bassi, mentre in Italia si posizionano al 4° posto, con il 23% delle risposte. Al tempo stesso, è il timore principale nel mondo per le aziende che operano nel campo della tecnologia informatica e delle comunicazioni, o in quello delle vendite/ingrosso. La minaccia va molto oltre la pirateria informatica e la violazioni dei dati e della privacy, anche se le nuove normative sulla protezione dei dati accentueranno gli effetti negativi che queste possono avere sulle aziende. Resta ormai poco tempo perché le aziende si preparino all’attuazione, che avverrà in tutta Europa nel 2018, del nuovo Regolamento generale sulla protezione dei dati, e, anche se il costo dell’adattamento sarà alto, le sanzioni per inadempienza saranno ancora più costose. La crescente interconnessione e la sofisticatezza degli attacchi informatici non solo pone le aziende di fronte ad un enorme rischio diretto, ma le mette di fronte anche a quelli indiretti, per via dell’esposizione di infrastrutture sensibili come l’IT e le forniture di energia e acqua. Inoltre c’è anche la minaccia costituita dai guasti tecnici o dall’errore umano, che può provocare esposizioni diffuse e durature all’interruzione delle attività. Nell’ambito della produzione digitalizzata o dell’Industria 4.0, l’incapacità di presentare o interpretare correttamente i dati potrebbe provocare un’interruzione della produzione. Le aziende devono pensare ai dati come ad un bene, e a ciò che ne può impedire l’utilizzo. I risultati dimostrano inoltre che le piccole aziende talvolta sottovalutano il rischio informatico: in questa categoria (ricavi inferioi ai 250 milioni di euro), infatti, il rischio informatico è solo al 66° posto. Tuttavia, l’effetto di un incidente grave potrebbe essere molto più dannoso per questo tipo di aziende.

Credits Images:

L'immagine di apertura dell'Allianz Risk Barometer