
Gli italiani continuano a risparmiare, in particolare su bollette e alimentari: ma la recessione finirà entro un anno per la maggioranza
Si è ancora lontani dall’annunciare una radicale svolta nelle prospettive e nelle abitudini di consumo. Tuttavia, dalla Global Consumer Confidence Survey di Nielsen, emergono dei chiari segnali di cambiamento: dei segni “+” che lasciano intravededere, almeno all’orizzonte, una possibile ripresa. A cominciare dalla stessa fiducia dei consumatori. Prendendo infatti in analisi un campione di 30 mila individui appartenenti a 60 Paesi , Nielsen ha registrato un miglioramento nell’indice di fiducia degli italiani che è passato a quota 57 (+11). La cifra resta ancora lontana dalla media Ue, pari a 77, ma è innegabile che il Belpaese stia guadagnando terreno, attestandosi ai livelli di Francia (59) e Spagna (61).
POCO DA FESTEGGIARE. Contestualmente, pur calando leggermente rispetto al primo trimestre 2014 (95%), resta alta la porzione di popolazione che è convinta che il Paese è ancora in crisi: 93%. Il 16% è però convinto che usciremo dalla recessione nel giro di un anno. «Le ragioni di questa inversione di tendenza vanno ricercate, innanzitutto, nella realizzazione di alcune riforme strutturali messe in agenda dal Governo in questi mesi. In secondo luogo nella ripresa economica constatabile sia a livello globale che in Europa e in Italia, grazie ad un mantenimento a bassi livelli del costo delle materie prime, e al miglioramento, seppure timido, del mercato del lavoro. In terzo luogo nell’attivarsi della domanda nei consumi, rilevata soprattutto nella Gdo», spiega l’amministratore delegato di Nielsen Italia, Giovanni Fantasia. «Il vero problema che ora si pone è quello della tenuta di questa ripresa. Una risposta l’avremo dalle prossime rilevazioni della fiducia nel secondo e terzo trimestre. Occorre che si prosegua sul cammino delle riforme e che vengano prese misure che possano sostenere la propensione agli acquisti. Solo un consolidamento della domanda nei prossimi mesi potrà metterci in condizione di ritenere che ci siamo lasciati la crisi alle spalle».
OCCHIO ALLA SPESA. A proposito di consumi, Nielsen registra un calo nella tendenza a tagliari i costi, anche se il 72% del campione continua a monitorare entrate e uscite. Semmai, più che ai tagli, si guarda al risparmio: una volta comprati i beni necessari, il 37% degli italiani mette i restanti soldi da parte. Il 27% li usa invece per vestiti e vacanze, il 22% per il divertimento fuori casa. Tra le voci dove si cerca maggiormente di risparmiare, spiccano bollette di luce e gas (26% vs. 22% del 1° trimestre 2014) e prodotti alimentari (23% vs. 20%). Quanto invece all’occupazione, si registra un aumento nella fiducia nel futuro: se nel primo trimestre 2014 solo il 7% giudicava positive le prospettive lavorative, adesso la quota sale al 13%. Il 21% giudica inoltre positiva la propria situazione finanziaria. Tuttavia, è sempre la precarietà lavorativa la principale paura per l’avvenire: è messa al primo posto dal 28% del campione, esattamente come nel primo trimestre 2014. Seguono la paura per la guerra e gli attacchi terroristici: li temono rispettivamente il 4% e il 9% degli intervistati.