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Effetto Fornero, +108% di pensioni di anzianità

Il raggiungimento dei requisiti previsti dalla nuova normativa ha fatto sì che, nel primo semestre 2015, i ritiri sfiorassero le 70 mila unità, uguagliando quelli di vecchiaia

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Lo scarto è indubbiamente eclatante: stando a quanto riportato dall’Osservatorio Inps, nel primo semestre 2015 si è registrata una crescita del +108% delle pensioni di anzianità liquidate, che sono arrivate a sfiorare le 70 mila unità (69.343), contro le 33.323 registrate nel primo semestre 2014. Le pensioni di anzianità sono arrivate così a eguagliare quelle di vecchiaia, pari a 69.880.

A determinare il salto sarebbe una ragione squisitamente tecnica, come spiega lo stesso istituto in una nota ufficiale: «L’incremento rilevato dipende essenzialmente dalla nuova normativa introdotta con la legge 214/2011 che, come noto, ha causato un blocco dei pensionamenti di anzianità incrementando notevolmente i requisiti contributivi per il diritto alla pensione anticipata, e in seguito alla quale, pertanto, solo ora un numero consistente di soggetti ha potuto raggiungere la maggiore anzianità richiesta per questo tipo di trattamento».

Tradotto: con la legge Fornero per accedere alla pensione anticipata sono necessari 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne. Tali requisiti sono maturati, per molti, nel 2015 e questo ha portato alla corsa alle richieste. L’attesa si è però rivelata proficua visto che gli assegni di anzianità sono aumentati di circa 151 euro, passando dai precedenti 1.765 euro ai quasi 2 mila attuali (1.916 euro). Dal punto di vista generale, infine, nel primo semestre 2015 Inps ha liquidato 251.106 pensioni (comprensive di invalidità, pensioni minime e reversibilità), dispensando un assegno medio di 1.001 euro.

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I requisiti per la pensione di anzianità sono 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne © Getty Images