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Draghi: «Pronti a modificare il Qe»

Il presidente della Bce al Parlamento europeo: «Le difficoltà dei Paesi emergenti continueranno per un po’, non esiteremo ad agire»

«Non esiteremo ad agire». Questa è la promessa di Mario Draghi nel corso dell’audizione davanti alla Commissione economica del Parlamento europeo: «Penso che le difficoltà dei paesi emergenti continueranno per qualche tempo», ha spiegato il presidente della Bce spiegando che la banca centrale è pronta ad «aggiustare la quantità, la composizione e la durata degli acquisti di bond (quantitative easing, ndr) se necessario». Le difficoltà della Cina, in particolare, costringono l’istituto a rivedere gli obiettivi temporali: «Occorrerà più tempo del previsto per la ripresa dell’inflazione vicino al 2%», spiega Draghi: «Non si sa ancora se la crescita debole dei Paesi emergenti sarà temporanea, monitoriamo da vicino i rischi per la stabilità finanziaria, ma non li vediamo materializzare per il momento».

Arriva poi la raccomandazione ai governi affinché completino l’unione bancaria «attraverso un salvagente finanziario comune (backstop, ndr) per il fondo unico di risoluzione e attraverso un regime di garanzia dei depositi comune». Infine, un ritorno al capitolo Grecia dopo l’accordo «molto difficile» sul terzo piano di aiuti: «Se il programma verrà completamente applicato», la promessa della Bce, «metterà la Grecia nella posizione di crescere ancora e raccogliere appieno tutti i benefici di partecipare alla nostra moneta comune»».

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Mario Draghi, n.1 della Bce © Getty Images