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Cuneo fiscale, tasse e contributi si prendono metà dello stipendio

L’Istat certifica il peso del fisco nel nostro Paese e lo paragona a quello dell’Unione europea: se nei 27 Paesi Ue il tre

Circa il 50% del costo del lavoro è imputabile al cuneo fiscale. Una busta paga media di un lavoratore italiano si divide così: il 28% se ne va in contributi sociali del datore di lavoro, il 6,7% ce lo mette il lavorate, il 14,5% è da imputare alle trattenute su reddito, Irpef e costi addizionali; entra in tasca il 50,8%. In pratica si lavora per se stessi solo dal 14 del mese in poi, prima per lo Stato, per le pensioni, per la sicurezza, per la salute… Un lordo di 2.500 euro finisce così per ridursi, nel migliore dei casi, a 1.300 euro.

SALE LA PRESSIONE FISCALE. L’Istat ha certificato come, tra il 2000 e il 2012, il nostro potere d’acquisto e i nostri redditi sono via via diminuiti, mentre la pressione fiscale è cresciuta di ben tre punti; il tutto mentre l’Europa dei 27 Paesi l’ha vista ridursi di mezzo punto.