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Business travel in salita

Sempre più specializzato, “mordi e fuggi” nonché dipendente dal Web, il turismo nostrano patisce, per i suoi difetti congeniti, la concorrenza dei Paesi limitrofi e l’assenza di una strategia unitaria a livello nazionale. E dire che col nostro patrimonio naturale e artistico, per non dire della cultura enogastronomica, potremmo andare molto, ma molto più lontano

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Sapore di mare o piuttosto Vacanze di Natale sono film che raccontano un’idea di vacanza ormai prossima all’estinzione. Eppure non risalgono alla notte dei tempi, tutt’al più a una trentina di anni fa. Fino ai primi anni ’80, infatti, vacanza era sinonimo di un mese da trascorrere in Riviera e il sogno proibito era la settimana bianca. Tutto questo oggi esiste solo nei film.Le vacanze sono più corte e, per chi può, anche più frequenti, spesso perseguono un interesse specifico, sportivo o culturale, prendono in considerazione il fattore sostenibilità e sono fortemente condizionate dal prezzo. Vince il low cost o l’extra lusso, ma soprattutto chi propone qualcosa di diverso. La classica vacanza balneare o sulle piste in pensioncine di medio livello ne soffre, a vantaggio dei nostri vicini di casa, più attrezzati nell’ambito di offerte a basso costo, nelle infrastrutture e sostanzialmente più organizzati, dalla Spagna alla Croazia, per la vacanza al mare (non è un caso che entrambi i Paesi si siano avvantaggiati del caro-traghetti per la Sardegna), Slovenia e Romania per quelle sulla neve. E il trend è destinato a proseguire anche nei prossimi anni. «Le prospettive sono buone per hotel di lusso e appartamenti per turisti, per le compagnie aeree low cost e per quelle in grado di offrire servizi di alta qualità, mentre sono negative per gli hotel a due e tre stelle», spiega a Business People Angelo Rossini, analista per il turismo di Euromonitor International, secondo cui si sta andando verso una polarizzazione del settore. L’Italia che attrae gli stranieri

COL FRENO A MANO TIRATOLa rivoluzione è in atto, per cui adeguarsi ai nuovi modelli di consumo è un sfida che l’Italia non può permettersi di perdere. Il turismo rappresenta uno dei pilastri del pil italiano posto che, in base alle stime del World Travel & Tourism Council, ha generato 63,1 miliardi di euro (pari al 4,1% del pil) nel 2013 e dovrebbe toccare quota 79,2 miliardi nel 2023. Se poi si prende in considerazione anche l’indotto, la cifra sale addirittura a 161,2 miliardi (193,7 miliardi tra dieci anni). Quanto ai posti di lavoro, quelli direttamente coinvolti dal turismo sono all’incirca 1,1 milioni; mentre si si toccano i 2,65 milioni (l’11,7% della forza lavoro) calcolando anche l’indotto. «Nonostante tutto però, il turismo nel nostro Paese non esprime tutte le sue potenzialità», commenta Francesco di Cesare di Risposte turismo secondo cui il Paese è stato penalizzato dalla tendenza al localismo e dall’assenza di un coordinamento centrale. Per tornare a crescere, sottolinea l’esperto, occorre cambiare: «L’Italia paga i ritardi in termini di mancanza di una forte azione promozionale coordinata, poco controllo sulla qualità del servizio offerto, poca efficacia in aspetti quali, a esempio, l’assegnazione degli slot aeroportuali a compagnie dei Paesi emergenti. Col risultato che le previsioni di crescita del turismo incoming italiano per i prossimi cinque anni rappresentano solo la metà del trend previsto a livello mondiale (+2% in Italia contro il +4%)».

RILANCIO PER DECRETOAnche per questo a Roma ci si prepara a rilanciare il settore con un decreto legge che dovrebbe prevedere, almeno nelle intenzioni, misure di intervento rapido quali la rivisitazione dell’Enit (Agenzia nazionale per il turismo), la creazione di un fondo permanente e la trasformazione della tassa di soggiorno in una tassa di scopo, oltre alla riqualificazione delle strutture ricettive e la creazione di pacchetti integrati per Expo 2015. In questo contesto diventa ancora più importante comprendere i nuovi trend del settore, così da poter adeguare il passo alla concorrenza. Le tradizionali città d’arte, le mete turistiche balneari o le località alpine non sono più sufficienti all’Italia per competere a livello globale rimanendo redditizia come in passato, a causa di un numero crescente di destinazioni più competitive altrove. Occorre distinguersi. Ecco quindi che la Bit (Borsa internazionale del turismo) a Milano dal 13 al 15 febbraio, si trasforma in un appuntamento strategico per capire dove andrà il comparto e fare il punto sull’universo degli operatori attraversati, negli ultimi mesi, da un’ondata di riorganizzazioni, vedi Alpitour, e di consolidamento come Geo Travel Network, nato dall’alleanza tra HPVacanze e Bravo Net.

CHI FA FARE I NUMERINon certo gli italiani: viaggiamo di meno e spendiamo meno che in passato. Per fortuna i flussi turistici in entrata (dai 44,9 milioni del 2012 ai 50 milioni previsti da Euromonitor per il 2017) sono sostenuti dall’Europa Occidentale (in pole position tedeschi e inglesi) e dagli Stati Uniti, e beneficeranno in futuro della nuova classe media dei mercati emergenti — Europa orientale, Russia, Cina, Brasile e India — dove il nostro Paese è ancora percepito come Mecca dell’arte, del paesaggio, del buon vivere e dello shopping di lusso. Certo, per non farsi sfuggire le opportunità, occorrerà conoscere i nuovi ospiti, poter comunicare con loro e saperli gestire rispondendo alle rispettive esigenze. Quanto agli italiani, per colpa della crisi e del cambiamento degli stili di consumo, attualmente preferiscono prendere pause più brevi e più frequenti, tenendo d’occhio i costi. Cresce quindi la formula weekend sostenuta da offerte di operatori, di siti di couponing e dai giftbox. Non a caso con il nuovo millennio il turista, italiano o straniero, sceglie sempre più spesso la destinazione in base all’esperienza offerta, e non solo cultura, relax e divertimento. Enogastronomia, sport, mare in tutte le sue forme (vela, crociera, immersioni) e benessere, sono in decisa ascesa. In particolare il turismo enogastronomico che oggi genera un giro d’affari pari a circa 4 miliardi di euro, potrebbe decollare visto l’elevato interesse. Manca però un coordinamento a livello nazionale e troppo spesso l’organizzazione è lasciata all’iniziativa dei singoli. Il turismo sportivo, con quasi 60 milioni di pernottamenti, vale infine all’incirca 8 miliardi di euro, senza neppure tener conto dei servizi ulteriori e dell’indotto. Addirittura per un italiano su quattro lo sport costituisce una motivazione di viaggio. Dallo sci al mare, dalla bici al trekking, fino al più recente mercato in espansione, quello del running, sia come maratone ispirate alle esperienze internazionali (New York e Londra hanno una media di 45 mila iscritti) che come ultra-trail, ovvero la caminata che si snoda su percorsi impervi e che muove in Italia 20 mila fan oltre alle rispettive famiglie (Courmayeur sta cavalcando il trend con il Tor des Géants, che passa da tutte le cime della Valle D’Aosta e che ha portato alla riscoperta di molti percorsi dimenticati).

INTERNET SUPERSTARA livello internazionale stanno prendendo piede almeno quattro tendenze da monitorare con attenzione: il turismo medicale, lo shopping tourism, il viaggio sostenibile e le trasferte legate al golf, settore con un grande potenziale ma che richiede una forte diversificazione. Tendenze alle quali si somma l’avanzata dell’affitto di appartamenti, tramite società quali Airbnb e Homelidays. In particolare, «il turismo per fare shopping è un’enorme opportunità per l’Italia, patria della moda e del lusso, tanto più che per i turisti dei mercati emergenti costituisce una primaria motivazione per viaggiare all’estero », aggiunge Rossini. Quanto al turismo sostenibile, come spiega l’analista di Euromonitor, ormai il rispetto dei parametri di sostenibilità costituisce «un requisito importante per i turisti provenienti dal Centro e Nord Europa» quindi «non essere in grado di rispondere efficacemente a tale esigenza, si traduce in uno svantaggio competitivo su questi mercati».L’avvento di Internet ha democratizzato il mercato mettendo a disposizione di tutti gli strumenti per la costruzione di un pacchetto personalizzato. Le transazioni su Internet hanno ormai superato i 18 miliardi di euro e in Italia il 43% della spesa è proprio dedicata ai servizi turistici. Il prossimo passo è il rafforzamento del business legato all’universo social, anche perché i consumatori basano sempre più spesso le proprie decisioni di viaggio su recensioni e giudizi reperibili sul Web. Non a caso sono in arrivo sempre più applicazioni per organizzare il viaggio, scoprire i segreti delle diverse località e connettere il turista con altri viaggiatori o esperti.