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Bankitalia pronta a congelare i beni di Libia e Gheddafi

L’Unità di informazione finanziaria di Palazzo Koch ha chiesto agli intermediari di segnalare le operazioni sospette sull’attività finanziaria del rais e del governo libico. Si cerca di impedire speculazioni su grandi gruppi italiani come Unicredit, Finmeccanica, Eni, ma anche Juventus

Per ora non c’è un congelamento dei beni libici da parte della Banca d’Italia, ma l’istituto guidato da Mario Draghi segue con molta attenzione le attività finanziarie riconducibili alla famiglia di Muammar Gheddafi e al governo libico. Bankitalia vuole così impedire al rais di speculare sulla pelle dell’economia e della finanza italiana. Sul tavolo ci sono partecipazioni fin troppo importanti per il nostro Paese: tramite la Banca Centrale Libica, la Libyan Arab Foreign Investment, e il fondo Libyan Investment, i libici controllano una fetta significativa della finanza italiana come il 7,5% di Unicredit e della Juventus (club di Serie A quotato a Piazza Affari), ma anche il 2% di Finmeccanica, l’1-2% di Eni e quasi il 15% di Retelit.

Caos Libia, per l’Italia in gioco 12 miliardi di euro

Il sospetto è che gli emissari del governo di Tripoli stiano cercando in tutti i modi di tutelare il tesoro del Rais (circa 120 miliardi) trasferendo al sicuro le ricchezze o dismettendo partecipazioni pesanti pur di far cassa. Per questo motivo Bankitalia ha acceso un faro sulle operazioni sospette con la Libia e ha chiesto agli intermediari di monitorare per i profili di antiriciclaggio le operazioni e i rapporti con i membri della famiglia Gheddafi e del Governo della Libia. In una comunicazione dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) si spiega infatti come la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dello scorso 26 febbraio abbia previsto, tra l’altro, “l’adozione di misure di congelamento dei fondi e delle risorse economiche possedute, direttamente o indirettamente, da alcuni membri della famiglia di Muammar Gheddafi. Sul piano internazionale sono state inoltre avviate iniziative volte a congelare le attività riconducibili a persone ed entità del Governo della Libia”. In relazione a questo L’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia ha richiamato l’attenzione dell’obbligo di segnalare le operazioni sospette affinché l’Uif possa esercitare tempestivamente il potere di sospensione.

Credits Images:

Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia