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Banche: in tre anni raddoppiato il numero di migranti tra i clienti

Hanno spesso un rapporto “evoluto” con gli istituti e sono sempre più tecnologici: il 66% del risparmio dei nuovi cittadini resta infatti in Italia per fare fronte alle emergenze determinate dalla crisi (il 27%), per educazione (11%) e acquisto della casa (10%)

Anche i dati economici sono spesso adatti per monitorare tendenze sociologiche in atto. E questa volta i dati diffusi dall’Abi (Associazione bancaria italiana) tornano utili per verificare il processo di integrazione in corso nel nostro Paese: secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio nazionale sull’inclusione finanziaria dei migranti, il 66% del risparmio degli intervistati resta in Italia. I motivi? Innanzitutto fare fronte alle emergenze determinate dalla crisi (lo afferma il 27% degli intervistati) ma anche per le esigenze tipiche di chi sceglie di radicarsi e integrarsi nel nostro Paese, a cominciare da educazione (11%) e acquisto della casa (10%).Altro indicatore del grado di inclusione finanziaria dei migranti è relativo all’utilizzo dei diversi prodotti e servizi finanziari, e anche qui le buone notizie non mancano. La stessa ricerca rileva infatti la forte diffusione degli strumenti di pagamento, come la carta bancomat generalmente associata al conto corrente, che riguarda la quasi totalità dei correntisti (l’86% circa secondo l’indagine 2012, in netto aumento rispetto al 66% del 2008). Il 26% dei migranti, inoltre, detiene più di un conto corrente in istituzioni diverse (sia Bancoposta sia una banca) e più del 25% (dato 2012) utilizza i servizi di internet banking. I clienti migranti sono sempre più tecnologici e ben informati: il 30% di loro ha avuto rapporti con banche diverse da quella attuale, un terzo dei casi ha cambiato operatore per via di un trasferimento geografico, il 15% per motivi legati alla relazione con l’istituto di riferimento mentre la metà (il 51%) per valutazioni di convenienza dei servizi e prodotti offerti. Insomma, si tratta di una fascia di clientela ‘evoluta’ che utilizza almeno sei prodotti bancari e con caratteristiche bene individuabili: è prevalentemente uomo (60%), sposato o comunque convivente (80%), di età compresa fra i 35 e i 55 anni (61%), residente in Italia da almeno 14 anni (dato medio), con un profilo di istruzione alto (il 43% ha un titolo di scuola superiore e il 37% un titolo universitario). Altra curiosità? Si fida molto del passaparola, il principale canale di accesso alla banca per il 44% del campione.