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Abolizione Equitalia, via libera dalla Camera

Dopo il sì di Montecitorio il decreto fiscale passa al Senato: nel testo prevista anche una tregua estiva per le scadenze fiscali e la seconda voluntary disclosure

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Il Decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio incassa il primo sì: con 272 voti favorevoli, 137 contrari e due astenuti, la Camera ha approvato il testo del decreto, che passa così al Senato.

EQUITALIA, ADDIO. La principale novità introdotta è l’abolizione di Equitalia. Al suo posto verrebbe istituita una Agenzia delle entrate-Riscossione, meno vessatoria. Ai cittadini sarà inoltre concesso più tempo per sanare i propri debiti: le rate di pagamento vengono innalzate da quattro a cinque, e scompaiono sanzioni e interessi di mora per i carichi Equitalia. Per le istanze si avrà tempo fino a marzo 2017: entro questa data bisognerà versare il 70% delle somme, mentre la restante parte slitta al 2018. Estesa a tutto il 2016 la rottamazione delle cartelle esattoriali spedite dalla stessa Equitalia.

TREGUA ESTIVA PER IL FISCO. Il decreto riordina anche le scadenze: le tasse non si accalcheranno tutte il 16 giugno. In quella data bisognerà versare solo Imu e Tasi mentre ci sarà tempo fino al 30 giugno per saldare Irpef, Irap e Ires. Inoltre si vuole introdurre una “tregua estiva” del fisco dal 1° agosto al 4 settembre.

VOLUNTARY BIS. Via libera anche per una seconda voluntary disclosure che stavolta sarà applicabile anche al contante interno. Infine, per quanto riguarda le imprese, i professionisti non saranno più soggetti agli studi di settore e, dal 2017, la comunicazione Iva diventerà semestrale. Al posto degli studi di settori vengono introdotti gli indici di affidabilità e sono previsti premi e controlli meno serrati per i contribuenti che brillano per buona condotta.

LE NORME BOCCIATE. Nel testo approvato dalla Camera sono state però stralciate diverse proposte di legge. Tra queste, la norma che innalzava da 8 miliardi a 30 miliardi il tetto che obbliga le banche popolari a diventare Spa. Bocciata anche l’idea di prevedere una deroga di due anni per il regime dei minimi.



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