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Lavoro

Lavoro: i 10 trend per il 2022

Autonomia e flessibilità, attenzione più agli obiettivi che alle ore lavorate e riscoperta dei valori aziendali secondo l’analisi degli esperti della società di recruiting Oliver James

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Non solo Super Green Pass. Anche se certamente nel 2022 la certificazione verde rafforzata per i lavoratori rimarrà ancora una degli argomenti più dibattuti a livello politico, sindacale e mediatico, il mondo del lavoro in questo nuovo anno dovrà affrontare diverse nuove sfide, che porteranno dipendenti, manager e professionisti a iniziare una nuova “Era lavorativa”, che farà superare (si spera) le difficoltà degli ultimi due anni pandemici. Ne sono convinti gli esperti della società di recruiting Oliver James, che hanno stilato i 10 trend del mondo del lavoro che maggiormente si svilupperanno nel 2022. Eccoli in dettaglio

  1. Produttività con focus sugli obiettivi e non sulle ore lavorate“Sarà la parola d’ordine per quest’anno, la produttività – spiega Pietro Novelli, Country Manager di Oliver James – Lavorare a obiettivi e non a ore, con l’applicazione di modelli di management flessibili e tecnologici, come i tool di Project Management online. Durante il 2022 capiremo, così, se anche in Italia il modello di lavoro con meno ore, per esempio con la settimana corta, possa effettivamente funzionare e aumentare la produttività. Inoltre, sempre più aziende, in particolar modo quelle più grandi e strutturate, al netto di accordi sindacali e nodi contrattuali che ancora devono essere smarcati per rendere realmente fattibile queste iniziative, sperimenteranno le ferie libere, concedendo ai lavoratori di gestirsi in autonomia quando e quanto prenderne”.

  2. Il lavoro ibrido diventa sempre più la normalitàSdoganato dalla pandemia, lo smart working è ormai una realtà consolidata. Dopo l’euforia iniziale questa modalità di lavoro ha mostrato anche alcuni limiti che ai lavoratori ha fatto preferire una modalità ibrida ufficio/casa. “Il pericolo di cadere nel cosiddetto ‘sempre connessi’ è stata la principale molla che ha spinto molti lavoratori a voler preferire una modalità di lavoro che conciliasse una parte smart da espletare a casa, o dove si volesse, con una in ufficio – chiarisce Novelli – Proprio questa modalità di lavoro nel 2022 sarà quella preferita, durante l’anno poi capiremo meglio quali cluster la apprezzeranno meglio in base a fasce d’età, seniority lavorativa e condizione familiare”.

  3. Valori aziendali da riscoprire“Smart e remote working hanno fatto perdere un po’ di senso d’appartenenza all’azienda – spiega il manager di Oliver James – In alcuni casi quando l’assunzione è avvenuta durante il lockdown i professionisti non hanno nemmeno messo piede nelle aziende. Per il 2022 una delle cose su cui puntare sarà sicuramente lavorare sull’engagement delle proprie risorse per scoprire o riscoprire i valori aziendali che si sono persi in questi ultimi anni”.

  4. Italia catalizzatore per i professionisti esteri“Incrociando i dati dei nostri report e database a livello internazionale – prosegue Novelli – abbiamo notato un significativo aumento di richieste da parte di professionisti stranieri per venire a lavorare in Italia. E questo in modo trasversale dai livelli manageriali più alti a quelli impiegatizi. Un trend biunivoco che dall’altra parte vede anche le aziende italiane sempre più propense ad assumere talenti provenienti dal mercato europeo e non solo”.

  5. Job rotation“Al netto degli inglesismi, la job rotation è la rotazione delle mansioni in azienda – specifica Novelli – una tecnica per niente nuova, nasce già negli anni 90, ma sicuramente efficace e che nel 2022 vedrà un rilevante sviluppo nelle aziende italiane. Questo strumento è un ottimo metodo di formazione continua dei professionisti, che li aiuta ad avere un’attitudine più aperta al cambiamento e una mentalità orientata alla crescita e all’apprendimento continuo”-

  6. A tutta Generazione ZÈ la generazione dei nativi digitali, nati tra il 1997 e il 2012. “I primi di questa generazione hanno ormai passato i 20 anni e grazie alla loro propensione per tecnologia, digitale e social avranno sempre più un ruolo di spicco in molte aziende italiane. Sarà importante però – chiarisce il numero uno di Oliver James in Italia – creare il giusto ambiente aziendale per fare in modo che questi talenti decidano di lavorare per l’azienda. Da tenere in particolare considerazione saranno i valori di diversità e inclusione oltre che di vera attenzione alla sostenibilità a cui la generazione Z è molto attenta”.

  7. Si torna in ufficio, ma l’ufficio cambia“Cominciamo già a vederne qualche esempio, ma da quest’anno in poi l’ufficio non sarà più quello che abbiamo sempre conosciuto – spiega Novelli – diventerà uno spazio polifunzionale, multiservizio e a disposizione del lavoratore 24/7. Molto più spazio sarà destinato a zone relax, al divertimento e alle attività extra lavorative. Grande attenzione al verde, con piante e giardini. Inoltre, sempre più un occhio di riguardo sarà destinato alla sostenibilità e a evitare sprechi energetici.”

  8. Formazione continua in e-learningLe aziende da una parte ma anche gli stessi professionisti dall’altra dovranno puntare sempre più sulla formazione. Un’opportunità per la valorizzazione e lo sviluppo delle competenze e qualità dei lavoratori in un rapporto ‘win-win’ per i professionisti stessi e per le aziende per cui lavorano. Secondo Pietro Novelli “nel 2022 sempre più spazio all’e-learning, una soluzione perfetta in periodo di pandemia e che si adatta perfettamente a smart e remote working”.

  9. Salari più alti…richiesti dai lavoratoriSecondo le stime flash rilasciate da Eurostat a dicembre l’inflazione dei Paesi europei ha toccato il 5%, spinta dagli aumenti energetici, così come da quelli dell’agroalimentare e dei servizi. In questo scenario un importante trend di questo 2022 sarà la richiesta da parte di lavoratori e professionisti di un aumento salariale.

  10. TecnologiaLe parole chiave in questo caso sono automation ed efficiency. “Nel mondo del lavoro e del recruiting si sta delineando sempre più la cosiddetta ‘data’ society – conclude il Country Manager di Oliver James – ovvero una realtà in cui le decisioni verranno prese in base a risultati e insight; vale a dire veri e propri consigli che l’elaborazione corretta dei dati suggerirà al business. Nel 2022 si lavorerà molto sugli aspetti qualitativi, sull’affidabilità e sicurezza del dato, per portarlo a un livello ‘superiore’ di efficacia ed efficienza”.