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Quanto ci costa fingerci ammalati

Sono sei milioni i finti celiaci per moda o per ipocondria: vola il mercato degli alimenti gluten free e non solo

Finti celiaci per moda, o forse per ipocondria, ma di certo non per motivi di salute. Quella degli alimenti gluten free, magari ugualmente saporiti ma di sicuro più costosi, è un mercato in crescita in tutto il mondo e ha conquistato pure l’Italia. A fronte di 190 mila casi di celiachia medicalmente accertata, sono circa 6 milioni i consumatori tricolori che acquistano abitualmente prodotti senza glutine nella speranza che possano aiutarli a dimagrire o a restare in salute.

«A parità di prodotto», spiega però la direttrice Istituto Zooprofilattico di Torino Maria Caramelli alla Stampa, «gli alimenti senzaglutine hanno una concentrazione maggiore di zuccheri, additivi e olii (compreso il famoso olio di palma). Non sono componenti in sé pericolosi, ma bisogna stare molto attenti all’effetto accumulo». Ma le parole dei nutrizionisti cadono nel vuoto. Secondo il New York Times, negli Stati Uniti son addirittura il 30% del totale i cittadini che comprano alimenti gluten free senza alcuna diagnosi di intolleranza. Le aziende del settore hanno fiutato il business e addirittura star come Gwyneth Paltrow si è costruita una seconda carriera come esperta di alimentazione con le sue ricette per star bene rinunciando alla proteina così cattiva contenuta nei cereali.

Quali sono i costi di questa moda? Lo spreco di 105 milioni di alimenti senza glutine, denunciano le associazioni in vista della Settimana nazionale della celiachia (13-21 maggio), a fronte di scontrini che possono lievitare anche del 50% rispetto ai prodotti tradizionali. «Le aziende giustificano gli incrementi con le particolari tecnologie utilizzate per produrre gli alimenti senza glutine, ma è più plausibile che sia la richiesta a dettare il prezzo», aggiunge Caramelli. «E pensare che fino a qualche anno fa la pastina glutinata e i biscotti ricchi di glutine erano alimenti pregiati e richiesti per via del notevole apporto proteico. Adesso sono considerati demoni».