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Gusto

Heineken, una storia (anche) italiana

Presentato a Milano il libro ‘Qualcosa di bello. Una storia italiana di birra’ dedicata ai 40 anni di attività tricolore della multinazionale olandese tra sotenibilità e innovazione

Heineken? Una multinazionale olandese dal cuore anche italiano. Lo racconta il volume Qualcosa di bello. Una storia italiana di birra (con i testi di Piero Perron, presidente Assobirra, e Alfredo Pratolongo, edito da Rizzoli) che racconta la storia dell’azienda di Amsterdam che ha festeggiato nel 2014 i 40 anni di attività nel nostro Paese e ha fatto da partner a Expo 2015 con il marchio leader in Italia, Birra Moretti (ma possiede anche i marchi Dreher e Ichnusa, tra gli altri).

«Anni di investimenti e di soddisfazioni», ha raccontato il Ceo Edwin Botterman durante la tavola rotonda con lo Chef Claudio Sadler, partner gastronomico dell’azienda, «celebrazioni che ci hanno anche stimolato a fare una riflessione sul nostro ruolo, sul ruolo della categoria che rappresentiamo, sul passato e sul futuro. in Italia il settore birraio, con l’indotto, dà lavoro a più di 130 mila persone, di cui 34 mila lavorano in Heineken. Per ogni persona che lavora nel birrificio, ce ne sono 28 impiegate nella filiera». Dal 2008 a oggi Heineken Italia ha generato un apporto economico complessivo di oltre 3,6 miliardi di euro, mentre nel solo 2014 il valore economico generato e distribuito è stato di oltre 725 milioni di euro in un periodo di lunghissima stagnazione per il settore birraio anche a causa dell’innalzamento delle accise.

Difficoltà a cui Heineken ha risposto con investimenti in sostenibilità e innovazione: «Abbiamo diminuito del 55% le emissioni di Co2, del 38% il consumo di acqua, e utilizziamo al 100% è energia rinnovabile», ha ricordato il direttore Comunicazione e affari istituzionali dell’azienda, Alfredo Pratolongo. «E Heineken è responsabile del 30% di tutta l’innovazione creata nel settore».

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Le regionali di Birra Moretti realizzate per Expo