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Lifestyle

Expo 2015, il galateo internazionale

Mercati globalizzati, viaggi di lavoro transcontinentali e il mondo a Milano per l’Esposizione universale. Per voi qualche dritta per evitare brutte figure con gli stranieri e diventare businessmen e turisti più attenti

Se una volta era il turista fai-da-te a rischiare disavventure in giro per il mondo, oggi è il businessmen a confrontarsi con popoli sempre più lontani e a dover schivare trappole culturali dietro ogni angolo. La vecchia ventiquattrore è diventata prima un minitrolley e poi una valigia per viaggi transcontinentali. I mercati si sono globalizzati e le aree da coprire per i manager si sono allargate a dismisura: l’Italia è diventata Europa, poi Emea e chissà fin dove arriveranno le responsabilità dei singoli businessmen nei prossimi anni. Ma, in fondo, anche dei normali cittadini milanesi, che per sei mesi dovranno confrontarsi con mezzo pianeta in arrivo in città con usi e costumi totalmente diversi dai nostri per i sei mesi di Expo. Come si saluta un turista cinese per fare una buona impressione? Quali sono gli accorgimenti per fare buona impressione su un facoltoso russo? E soprattutto come ci si comporta con un arabo che arriva all’appuntamento con quattro mogli e un seguito sterminato di servitù? Non si può prescindere da qualche dritta di bon ton culturale per evitare figuracce anche nelle vesti di semplici visitatori sulle nuove rotte del turismo, da Mosca a Dubai, da Shanghai a Sidney.

Il mondo a Milano

Partiamo dalle basi. Se troppo a lungo una vigorosa stretta di mano è stata considerata il segreto universale di un buon affare, oggi non ci si può affidare alle vecchie abitudini occidentali. Anzi, in un mercato lontano azzardare un contatto fisico di troppo potrebbe vanificare una missione dall’altra parte del mondo. Gli indiani, ad esempio, si limitano a un rispettoso namasté a distanza, ma guai a tendere loro la mano. In particolare alle donne. Il linguaggio del corpo è molto importante nella loro cultura, ma riserva delle sorprese: i cenni del capo per dire sì e no hanno il significato esattamente opposto al nostro. Attenzione.

Per rompere il ghiaccio è sempre meglio portare con sé dei doni da offrire al momento delle presentazioni: al fine di evitare qualsiasi tipo di gaffe, basta puntare su prodotti tipici italiani, sempre ben accetti. Il discorso non vale tuttavia con gli americani, che normalmente hanno regole molto stringenti su qualunque tipo di regalo aziendale. In generale, dovunque ci si trovi è meglio evitare i fiori recisi, considerati in molti Paesi un malaugurio, dalla Russia all’Oriente (ma non in Ucraina, dove è abitudine graditissima). A proposito di Mosca e dintorni: non provate a disturbare il vostro referente in pausa pranzo – che tra l’altro dura due ore e mezza – non vi risponderà in alcun caso.

I MANAGER ODIERNI SONO CHIAMATI

A GESTIRE REGIONI SEMPRE PIÙ GRANDI

E CULTURALMENTE VARIEGATE

Persino il biglietto da visita potrebbe rivelarsi una trappola in Cina: i manager asiatici sono molto attenti alla business card che va presa con due mani e letta con attenzione, non archiviata in fretta tra mille altre. I cinesi tra l’altro sono molto scaramantici: sempre meglio omettere riferimenti allo sfortunato numero quattro, preferendo il fortunato otto. Le Olimpiadi di Pechino vennero inaugurate alle 8.08 di sera dell’8/8/2008, per capire il peso della scaramanzia da quelle parti.

Nella società e negli affari la gerarchia è molto importante: mostratevi rispettosi anche voi, in particolare riservando alla persona più importante la sedia vicino alla porta. A tavola poi bisogna evitare formaggi, carne cruda e il vino bianco: solo rosso. Senza dimenticare che un Ni Hao (“buongiorno”) di benvenuto può fare la differenza per la prima impressione.

Meglio andare con i piedi di piombo invece con i giapponesi, più riservati e attenti all’igiene. Non spaventatevi se al ristorante vi porgeranno un asciugamano caldo, è una buona abitudine della loro cultura per pulirsi le mani. Che non si entri nei luoghi privati con le scarpe è cosa nota (forse non lo è il fatto che questa abitudine esista anche in Romania). Non insistete troppo invece sugli inchini: vinceranno sempre loro per quanto vi sforziate di onorarli con un simile gesto.

In Estremo Oriente abbondano invece le trappole “culinarie”: in Indonesia è vietato parlare durante i pasti, in Corea del Sud non si può toccare alcun cibo con le mani. Stesso discorso per i contatti fisici: la testa è considerata la sede dell’anima e non va toccata per nessun motivo. Potrete lasciarvi andare invece con i brasiliani che, popolo caloroso per natura, amano essere accolti anche con una lunga stretta di mano o pacche sulle spalle (i messicani arriveranno addirittura ad abbracciarvi dopo il primo incontro). E preparatevi al loro tono di voce molto alto.

Non siate distaccati nemmeno con gli spagnoli, che tra l’altro proprio con i sudamericani condividono l’abitudine di mangiare continuamente e soprattutto a tarda ora (tutto il contrario degli austriaci, a tavola ancor prima dei milanesi più tradizionalisti). Se dovete organizzare una riunione, regolatevi di conseguenza. E fate in modo di non arrivare affamati. Diffidate invece dell’affabilità degli australiani: sanno ridere anche in situazioni di affari, usano subito il nome di battesimo per rivolgersi a voi, ma potrebbero urtarsi e non poco se doveste iniziare a vantare la storia millenaria italiana o il rango della vostra famiglia. Normale per un popolo nato 200 anni fa da coloni inglesi tutt’altro che nobili.

EVITATE LA GESTUALITÀ OCCIDENTALE:

ALCUNI SEGNI POSSONO RISULTARE

OFFENSIVI IN ALTRE CULTURE

Sedersi al ristorante con una comitiva araba, invece, potrebbe essere quanto di più spiazzante vi sia mai capitato. Fanno rumore masticando, e tanto. E lo fanno apposta quando gradiscono il cibo. Non badateci e sorridete pensando alla loro soddisfazione. Se non riuscite a chiudere il contratto a pranzo, riprovate nel pomeriggio: condividere un tè con il proprio interlocutore è un vero toccasana per gli affari. Che non si conducono venerdì e, quando possibile, non nel mese del Ramadan. Badate inoltre a usare sempre la mano destra, l’altra è “riservata” alle abluzioni.

A proposito di mani e gestualità, bisogna sempre cercare di limitare la nostra “italianità”: il pollice alto è offensivo per i musulmani e il nostro ok è una volgarità in Brasile. E se sono norme di normale bon ton in tutto il mondo non rifiutare mai una bevanda che vi viene offerta né tenere le mani in tasca, un discorso a parte merità la puntualità: rispettatela sempre, ma armatevi di molta pazienza se vi trovate in un Paese dove è considerata un’abitudine trascurabile. Ma almeno nell’Europa dell’euro non ci saranno rischi.

Nient’affatto, perché proprio sui soldi si gioca spesso la partita. Se l’Olanda vieta o quasi i conti separati, scordatevi di “fare alla romana” in Germania: a casa Merkel ognuno paga solo quello che ha mangiato. Proprio come accade nella Grecia di questi tempi. Lo stesso rigore si applica alla giornata in ufficio: lavorare fuori orario, nel weekend o in vacanza non è considerato un merito, anzi. Quindi non provate a disturbare i teutonici oltre una certa ora. Probabilmente, però, tirando le somme a creare i maggiori problemi potrebbero essere gli scandinavi, proprio i civilissimi popoli in testa a tutte le classifiche di qualità della vita. Ebbene sì, perché ad esempio i danesi hanno alla base della loro dieta patate e maiale: non proprio l’ideale nel periodo estivo. Ma almeno il pranzo si può smaltire in sauna? Non se ci sono finlandesi nei paraggi. Loro che la sauna l’hanno inventata, la fanno tutti nudi.

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