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Sostenibilità

Ogm: saranno i singoli Stati a decidere

L’accordo politico, raggiunto dai ministri dell’ambiente Ue, prevede che una volta ottenuta l’autorizzazione da parte dell’Efsa, sarà il singolo Paese a decidere se vietare o consentire la semina

Ci sono voluti quattro anni di dibattiti, ma alla fine i ministri dell’ambiente Ue hanno trovato un accordo sugli Ogm. E la decisione appare epocale: saranno i singoli Stati Ue a decidere se vietare o consentire la coltivazione degli Ogm sul proprio territorio. E questo varrà sia per le sementi transgeniche autorizzate sia per quelle in via di autorizzazione alla Commissione europea. La decisione dovrà ora essere perfezionata in una direttiva. Naturalmente il tutto avverrebbe sempre previa approvazione della Agenzia europea per la sicurezza ambientale (Efsa) e della Commissioni Ue: il loro eventuale parere negativo sull’Ogm, dettato da ragioni di salute o ambientali, resta vincolante per tutti gli stati membri.

L’orientamento dell’Italia comunque appare già chiaro: il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar di bloccare le semine di Giorgio Fidenato in Friuli Venezia Giulia. La Confederazione italiana degli agricoltori giudica inoltre l’accordo europeo come “un passo avanti fondamentale per giungere a una soluzione definitiva”. Soddisfatto anche il commissario Ue alla salute Tonio Borg, responsabile per il dossier Ogm: “È un grande successo. La prossima presidenza italiana dell’Ue troverà il sostegno della Commissione europea per chiudere il più rapidamente possibile il dossier sulla possibilità per uno Stato membro di limitare o vietare la coltivazione di Ogm sul loro territorio, nonostante il via libera della Commissione europea”. Preoccupati invece GreenPace e Slowfood, che giudicano il testo troppo debole per poter reggere in sede legale. Ma soprattutto a preoccuparli sarebbe “il ruolo formale attribuito alle aziende biotech nel processo di messa al bando della coltivazione di ogm”.