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Vecchio, poco istruito e spopolato: è questo il ritratto che l'Istat fa del Paese nell'Annuario Statistico 2014.

Il primo dato che balza all'occhio è la fuga dall'università: solo poco più dei diplomati si iscrive a un ateneo (55,5, erano il 72% nel 2003/04), ma solo il 12% dei nostri connazionali ha una laurea (il 29,2% ha invece un titolo di studio di istruzione superiore).

FUGA DALLA SCUOLA. Cala in generale anche il dato degli studenti: sono 8.943.701, circa 17.500 in meno rispetto a quello precedente, dalle scuole dell'infanzia (-8.817) alle scuole secondarie di primo grado (-12.621). Crescono, invece, i bambini nelle scuole primarie (+6.666) e i giovani iscritti ai percorsi triennali di istruzione e formazione (+47.321).

Gl stranieri sono 787 mila, il 9% degli iscritti con picchi che nel Nord e nel Centro arrivano al 14% di presenze. I bocciati? Appena 5,8 studenti ogni 100, soprattutto nel passaggio dal primo al secondo anno, dove la percentuale di alunni respinti è pari al 16,8%.

UNIVERSITA' IN ROSA. Nel 2012 sono stati circa 297 mila i laureati, in calo di 1.400 unità. La scelta di proseguire gli studi vince soprattutto al femminile (62 diplomate su 100 la fanno), così come il tasso di conseguimento della laurea (laureati per 100 venticinquenni) è al 37,6% per le ragazze e al 25,2 per i maschietti.

POCHI E VECCHI. Crescono di unmilione gli italiani (60.782.668 residenti nel 2013), ma anche l'età media: l’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione «over 65» e quella «under 14») ha raggiunto il valore di 151,4%, da 148,6% dell’anno precedente.

Nell’Ue a 27 Paesi l’Italia si conferma al secondo posto, preceduta dalla Germania che ha circa 160 anziani ogni 100 giovani. Merito anche della crescita della speranza di vita alla nascita: per gli uomini da 79,6 del 2012 a 79,8 anni e per le donne da 84,4 a 84,6.

L'unica tradizione che non cambia è quella della proprietà della casa: il 73,4% delle famiglie possiede l’abitazione in cui vive.