Connettiti con noi

Attualità

Ue, supermercati liberi di stabilirsi ovunque

Nessuna legge nazionale può subordinare l’apertura di nuovi esercizi a considerazioni economiche quali l’incidenza sul commercio al dettaglio o il livello di insediamento dell’impresa sul mercato

architecture-alternativo

«Uno Stato Membro non può subordinare l’apertura di nuovi esercizi a considerazioni economiche quali l’incidenza sul commercio al dettaglio o il livello di insediamento dell’impresa sul mercato». È questo il passaggio saliente della sentenza della Corte di Giustizia Europea che boccia le norme spagnole sulle aperture di nuovi centri commerciali. L’Europa giudica così la normativa catalana, che limitava le zone d’insediamento per le nuove strutture di vendita, e le subordinava alla verifica che non vi fossero ripercussioni sui piccoli esercizi preesistenti, non valida. Una presa di posizione questa che apre la strada a importanti novità nell’intero panorama europeo, Italia compresa. La sentenza che arriva da Lussemburgo, infatti, contraddice anche la normativa italiana, in particolare il decreto Bersani (dlgs 114/1998) che agli articoli 6, 9 e 10 prevede proprio la considerazione di parametri quali l’equilibrio tra le diverse forme di esercizio commerciale prima di approvare l’apertura di nuove grandi superfici di vendita. Una sola sentenza, questa, che smonta tutte quelle normative nazionali, che in qualche modo contraddicono il principio della libertà di stabilimento all’interno della comunità europea. «Per l’apertura di grandi esercizi commerciali, il principio della libertà di stabilimento non ammette disposizioni nazionali che richiedono il rispetto di soglie massime attinenti al livello d’insediamento dell’impresa richiedente l’autorizzazione e all’incidenza del nuovo esercizio commerciale sugli esercizi al dettaglio preesistenti».