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Troppo violenti? Nessun ‘bavaglio’ ai videogame

La Corte Suprema Usa ha deciso di bloccare la legge californiana che voleva imporre limitazioni alla vendita di videogiochi

I videogiochi (anche quelli con contenuti da pubblico adulto) sono una forma d’arte che deve essere tutelata dal Primo Emendamento della Costituzione Americana, che sancisce la libertà d’espressione artistica. Lo ha deciso la Corte suprema americana, il massimo livello giudiziario federale, che, con un voto di 7 a 2 (i giudici della Corte suprema sono 9 e sono in carica a vita) ha respinto la legge messa a punto dalla California nel 2005 (approvata dall’ex governatore Arnold Schwarzenegger), ma non ancora entrata in vigore, in base alla quale sarebbero state imposte multe fino a 1.000 dollari in caso di vendita di videogiochi violenti a ragazzi con meno di 18 anni. “I videogiochi si qualificano per la protezione garantita dal Primo Emendamento – ha scritto il giudice Antonin Scalia – Come i libri, le opere teatrali e i film essi comunicano idee attraverso strumenti letterari familiari, con caratteristiche distintive per ogni medium. E i principi basilari della libertà d’espressione non variano con un nuovo o diverso strumento comunicativo”. La decisione della Corte Suprema non é appellabile e, in base alla legge americana, farà giurisprudenza per ogni possibile futura sfida alla regolamentazione legale dei videogiochi in Usa.

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