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Attualità

Stati Uniti, un impiegato su tre guarda video porno al lavoro

Migliaia di file hard trovati nei Pc dell’azienda e c’è chi masterizza anche i Dvd. E se nel privato si viene licenziati in tronco, nel pubblico c’è più tolleranza

Al lavoro c’è chi è diventato un vero e proprio mago nel nascondere con un semplice click la finestra del computer che il capo non dovrebbe mai vedere… shopping online, letture extra-lavorative e chat di Facebook in orari di lavoro. Eppure negli Stati Uniti un impiegato di alto livello dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente – stipendio da 120 mila dollari l’anno – è stato sorpreso davanti al computer con i pantaloni calati e ha ammesso che dal 2010 guardava siti porno dalle due alle sei ore al giorno. Gli agenti hanno trovato nel suo Pc ben 7 mila file porno.

UN IMPIEGATO SU TRE GUARDA PORNO IN UFFICIO. Il caso è emblematico di una situazione fin troppo diffusa negli Stati Uniti: secondo una ricerca Nielsen del 2010 ben il 29% degli impiegati Usa ha guardato porno sul posto di lavoro, con sessioni di 13 minuti in media. Ecco perché, allora, non è così strano venire a conoscenza di un dipendente del Tesoro che ha confessato di guardare 8 ore di porno a settimana, per noia; o di altri 33 che, nel 2010, sono stati colti a guardare siti porno. Uno di loro, come riportato da Businessweek, aveva scaricato tanto materiale da occupare lo spazio sul disco fisso del Pc (da allora ha cominciato a masterizzare Dvd).

PUBBLICO PERMISSIVO. Il problema, riporta il settimanale statunitense, è che, mentre nelle scuole e nelle aziende private si reagisce subito, anche con il licenziamento del diretto interessato, nelle agenzie governative non accade lo stesso. L’Agenzia per la protezione dell’Ambiente, infatti, non ha ancora licenziato il suo impiegato. Proibisce di vedere o scaricare materiale sessualmente esplicito, ma, come molte agenzie governative, non licenzia automaticamente se qualcuno lo fa. Non sarebbe più saggio bloccare l’accesso a questo tipo di siti?

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